Articolo pubblicato su BariSera il 27/2/2008
E mentre "Marco Polo" Materazzi si accinge a conquistare definitivamente l'O_riente, da queste parti si assiste al trionfo della contraddizione tipica barese che trova le sue radici nella storia recente, laddove per un tozzo di pane cercato senza troppe storie durante la guerra, si era pronti a tutto. Fino alla discussa festa del Centenario le spalle dei tifosi erano voltate civilmente alla dirigenza, ora invece sembra che quattro risultati utili consecutivi, dopo dieci anni di umiliazioni qua e la per lo stivale, siano bastati ad aureolizzare Matarrese.
Mica tanto strani i baresi, in fondo loro sono così. E' il suo momento, c'è niente da fare, la liturgia barese è questa e siccome il ferro va battuto finché è caldo, bisogna portare quanto più fieno in cascina dalle prossime trasferte che si chiamano Chievo, Bologna, Lecce, Bre_scia e Messina e ottimizzando alla meglio il calendario casalingo favorevole dopo Albinoleffe.
I riflettori, tuttavia, sono tutti sul Bari, Conte ci ha messo del suo, il presidente gonzaga Lori pure, decidendo che un pareggio coi baresi, evidentemente per lui sinonimo di mediocrità, fosse sufficiente ad esonerare Tesser. Il presunto rigore non visto tutt'altro che macroscopico, poi, la lampada osram più luminosa. E meno male che il migliore in campo è stato Gillet e quando è un portiere ad essere il migliore vuol dire che qualcosa ancora non funziona là dietro; e già, perché Do Prado, Tarana, Spinale e Godeas hanno fatto ballare non poco Stellini & company apparsi non sempre puntuali ma non per questo insufficienti. Se poi pensiamo che le alternative sono Esposito, Belmonte, al momento entrambi fuori forma, e... Ladino, beh, tutta questa euforia non la condividiamo.
E se Santoruvo, messo in condizioni di far male sotto porta dalla cura Conte non riesce a sfruttare le incursioni di freccia nera Kamatà, ci pensa "Zambrotta" Lanzafame che, lo ricordiamo per quanti vivono di illusioni, tra tre mesi ci lascerà e insieme a lui altri ancora, forse Gillet incluso, con buona pace di tutti.
Siamo grati a Matarrese per aver avuto il coraggio di dare una regolata agli ingaggi e alle follie di questo calcio che ci piace sempre meno ma c'è un limite a tutto. E poi non si può vivere nell'attesa delle calende greche di risultati favorevoli. Per quanti vorranno continuare a sfamarsi di pane ed illusioni, escludendo gli indubbi meriti di "Zeman" Conte e Perinetti, sabato tutti a tifare Bari contro l'Albinoleffe; ma nessuno si azzardi a dire che "bastano due-tre innesti per fare il salto in A", perché i "due-tre innesti" adeguati costano oltre al fatto che vanno contrattualizzati per 3-4 anni e non da febbraio a giungo. I tifosi non possono attendere sempre che giri la ruota in una città, socialmente, antropologicamente e storicamente discutibile ma pur sempre ottava in Italia come abitanti, con il quarto stadio come capienza. Non ci può sfamare di pane, illusione e entusiasmo mentre l'Empoli e l'Udinese lottano per l'Uefa.
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