Altra Città, è solo l'inizio

Barilive 23/6/2010

Ricordi dell'incontro in Laterza per Bari e per La Bari

Proficuo e interessante, ma soprattutto assolutamente innovativo, l’incontro dello scorso 11 giugno de “L’Altra Città” che nel tempio della cultura barese ha emesso il suo primo vagito dopo il successo ottenuto su facebook, incontro volto a sostenere le esigenze di una tifoseria sempre più scissa e smarrita a causa della solita incertezza che regna sovrana nella sede del Bari che mai come quest’anno deve fare i conti con una campagna-rafforzamento epicurea. Mai abbiamo assistito ad un malcontento diffuso nonostante un eccellente decimo posto conseguito e una ragione ci sarà: i tifosi biancorossi, piacevolmente e improvvisamente viziati da tanta grazia ricevuta in questi ultimi tre anni - perché poi sono i risultati a parlare non i modi con cui si è riusciti per quanto alcuni discutibili – come puntualmente accade in queste circostanze quando si trova a quadrare il cerchio sia pure casualmente, si vedono costretti a riporre i sogni di gloria di una continuità tanto agognata dovendo assemblare nuovamente e mestamente il puzzle biancorosso appena rotto come nel celebre film in bianco e nero di Stallio e Ollio.

Dalla Laterza riparte La Bari

Barilive 9/6/2010

Primo rendez-vous de L'Altra Città, uomini e donne che credono in una società calcistica degna di Bari 

Non sarà un Giovinco offerto gentilmente dalla ditta Juve come specchietto per le allodole ad entusiasmarci (fa benissimo Angelozzi a mettere i puntini sulle i con la storiella dei pantaloni abbassati), né Pulzetti e nemmeno l’ennesimo giocatore dal nome impronunciabile. Anzi, con tutta onestà, ci auguriamo che Giovinco resti lì dov’è o vada altrove: il sospetto è che arrivi senza quello spirito necessario alla causa e la tifoseria mal digerirebbe una eventuale prima donna con le paillettes, tendenzialmente capricciosa, che possa persino rompere l’equilibrio nello spogliatoio col rischio, tra l’altro, di accomodarsi spesso in panchina visto che il navigato Ventura non guarda in faccia a nessuno, per poi, tradizionalmente, dirsi addio a giugno prossimo magari sconfessando tutti facendosi pure rimpiangere. A lui gli preferiamo giocatori volenterosi e desiderosi di mettersi in evidenza, possibilmente con qualche anno di esperienza in A. Un altro alla Andrea Masiello, per intenderci.
E non sarà nemmeno il probabile addio di Barreto (e col suo, anche quello di Almiron), ampiamente previsti e, puntualmente, criticati, a farci cambiare idea: venerdi 11 giugno alle 18, nell’intercapedine mediatico-calcistica sudafricana, il gruppo istituito su facebook de “L’altra città a cui stanno a cuore le sorti del Bari” emetterà il suo primo vagito nel tempio della cultura barese, ovvero nella Libreria Laterza con la possibilità che divenga una vera e propria associazione.

Bari, qual grande dolore ci dai

Editoriale per BariLive 20/5/2010

I tifosi sono delusi. Molto delusi. A sentirli parlare e a leggerli attraverso i loro nickname sembrano siano stati privati di un giocattolo appena regalato. I tifosi sono come dei bambini, qui a Bari: vivono di attimi, di momenti che prendono al volo e fanno proprio. Ma poi accade che, d'improvviso, il giocattolo debba essere smontato perchè i pezzi di servono ad un altro giocattolo più importante. Ma nonostante tutto il loro cuore batte ancora per quel piccolo trenino lego che corre come una locomotiva impazzita lungo un altro binario allontanadosi per sempre da loro.
A guardarli in faccia sono tristi, si sentono traditi, incazzati come delle belve perchè gli è stato levato prima Conte, fortunatamente sostituito dalla mano di Perinetti che con una mossa coraggiosa ha tirato fuori dal cilindro Giampiero Ventura, e dopo Almiron e con lui Barreto, autentici poeti dell'ultimo anno glorioso di serie A.

Tifosi biancorossi, nasce la Giovanni Tiberini

BariLive 2/7/2010

Costituitasi di fatto l’11 giugno scorso con un regolare statuto, ha visto la luce ieri nei saloni di un albergo cittadino la “Giovanni Tiberini 1908” una nuova Associazione di tifosi biancorossi il cui nucleo storico nasce dai petali della curva sud dello stadio San Nicola per volontà di due storici, fedeli e indomiti tifosi, Edoardo Gallo (rappresentante legale) e Sergio Mola i quali si prefiggono l’obiettivo di riunire vecchie e nuove leve del tifo biancorosso condividendo i valori di sana lealtà sportiva e educazione allo sport, pur mantenendo la propria autonomia interagendo con tutte le componenti del tifo organizzato e con la società dei Matarrese, promuovere e sostenere la squadra biancorossa, sviluppare il tifo sportivo nel rispetto delle norme etiche di educazione civica e sportiva, delle leggi dello stato e di osservanza delle direttive morali di comportamento.

Metti una sera… un film

Articolo per BariLive 29/5/2010

“Metti una sera… un film”. Non siamo nel west polveroso attraversato da lente locomotive fumanti e calpestato da buoni, brutti e cattivi Clint Estwood con barba incolta e sigarette in bocca, né tanto meno nel Bronx, ma al Terminal Crociere del Porto di Bari dove una “Glenn Miller Orchestra” composta da una quarantina tra discenti dodicenni e tredicenni del corso ad indirizzo musicale della scuola secondaria di I° grado “Manzoni Lucarelli” di Ceglie del Campo contaminato da ex alunni nostalgici particolarmente affezionati, ha gratificato i tanti genitori accorsi per vedere i propri figli cimentarsi tra violini, tastiere, ottoni, chitarre, flauti dolci e percussioni oltre ad entusiasmare gli ospiti politici come il neo eletto Presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, l’Assessore alla cultura con varie deleghe Fabio Losito e il Presidente della Circoscrizione San Nicola-Murat, Mario Ferorelli. Un concerto multimediale che ha fatto l’occhiolino a celebri colonne sonore di film western insieme alla mostra “Cine… città, da George Mèliès ad Avatar” allestita e curata con abilità dalla Prof. Maria Pia Pizzo e gli alunni della III A.

Bari Calcio, cala il sipario

Editoriale per BariLive 17/5/2010

Bari Calcio, cala il sipario
Una nube vigliacca nel cielo e i sogni ancora nel cassetto

 
Quel gol di Rivas un secondo prima della fine della gara che ha fatto il verso a quello d’esordio di Kutuzov a San Siro, un trenino gioiosamente malinconico, quella maglia con tanto di cuore apotropaico biancorosso di Almiron mostrato quasi con rassegnazione quando è stato sostituito come a voler dire “ragazzi, io rimarrei pure…”, il giro di campo dei giocatori che ringraziano i tifosi per il loro fiato costante mai mancato durante l’anno, due curve che parlavano da sole, la nord naturalmente ottimista e attendista con la solita spettacolarità degli striscioni quasi a voler significare che tutto va bene, la sud contaminata di viola e da qualche bandiera sarcastica dell’Europa sventolata al Presidente in segno di civile protesta, e quell’odore bastardo sprigionato da una nube probabilmente vigliacca appena diradatasi nel cielo di Bari, una nube nemica del progresso e della crescita cittadina che non è riuscita a farci gioire per il risultato e che oscurato un po’ tutto il film di un torneo vissuto da noi con grande intensità emotiva: queste le istantanee catturate ieri al San Nicola.

Se ne va Toneatto, e con lui un pezzo di storia del Bari

 BariLive 13/5/2010

E' una notizia triste, che sapevo sin da stamattina, e che mi ha profondamente alterato l'umore della giornata. In negativo, ovviamente, lasciandomi quel retrogusto di tristezza infinita e di mesta rassegnazione.

E' come se si fosse chiuso per sempre un libro non ancora terminato, come se si fosse offuscata improvvisamente una foto nitida, seppure in bianco e nero, che avevo ben impressa nella mente.

Una improvvisa eclissi di luna o di sole, non ha importanza, un'ombra che prepotentemente ha offuscato il ricordo della mia gioventù.
Non serve ricordare chi era, cosa ha fatto, cosa ha raggiunto con un Bari messo su dignitosamente a pane e lenticchie raggiungendo la serie A e pure qualche soddisfazione, senza imprenditori alle spalle e senza DS più o meno importanti e senza Barreto e nemmeno Almiron.

So solo che senza la sua figura la mia vita diventa orfana di qualcosa.
Della mia gioventù, dei miei ricordi.
Ma tanto, a chi lo dico.... alla gente che rifugge dal passato per vivere solo e sempre di presente e, peggio, di futuro? A quelli che provocano e si credono dei onnipotenti solo perchè si incensano del titolo effimero e grottesco di "amministratore" di forum? O a quelli che non sanno nemmeno scrivere una parola in italiano o, peggio, abbreviano fino all'inverosimile un periodo con quei dannati "xè" - "sxo" - "kiedi" et similaria, magari conditi da bestemmie? O forse a quei dannati ignavi che si credono i padroni della città e dei colori biancorossi, che nemmeno guardano la partita voltandole le spalle, solo perchè vanno sempre in trasferta, colludendosi automaticamente con la mediocrità?

Un paese, una città, una popolazione, una tifoseria senza passato, che rifugge dallo stesso e non lo considera badando solo ed esclusivamente ad osannare quel poco di buono che si è fatto adesso (sia pur con tanta fortuna), che nel dubbio vive di attese (eterne) pur di non contestare una società palesemente in difetto calcisticamente, non ha futuro.

Addio Lauro, sit tibi terra levis

Massimo Longo

Bari calcio: la libidine è finita

Editoriale su Barilive 19/4/2010
Il San Nicola è sempre più allo sfascio  
Bari calcio: la libidine è finita 
Matarrése sembra scocciato ma il "rischio" Europa è stato comunque evitato.
Insomma è la solita Bari da mezza classifica, come la Società che la esprime 

E che nessuno, adesso, parli di complotti, biscotti e che piangere paga. Il Napoli, pur senza strafare, ha vinto meritatamente. Un Bari col freno tirato e privo di qualsiasi stimolo ha solo timidamente fatto il solletico alla squadra di Mazzarri che con due tiri e mezzo in porta e un possesso di palla superiore, ha portato via l’intera posta avanzando di classifica per alimentare la fiamma dell’Europa. A differenza del Bari che, pur essendoci andata vicina, ad un tratto del suo torneo ha tirato i remi in barca, non si sa bene se a causa delle numerose defezioni o per strategia aziendalistica.

Una coltre di nubi, fortunatamente non quella del vulcano islandese impronunciabile quasi come la mezzala ungherese del Bari, copriva il cielo barese - astri inclusi - fino alla linea curva di un illusorio orizzonte europeo ormai lontano ma pur sempre rassicurante per una salvezza acquisita da tempo, un’ellissi calcistica sorda e nascosta dietro il telone ormai a brandelli del San Nicola quasi volesse ribadire che i tempi della famosa libidine venturiana era finita da tempo. E nemmeno l’unico imperativo, ovvero vendicare il risultato dell’andata, è stato coniugato: i ventimila accorsi allo stadio son rimasti ancora una volta delusi intrappolati dal filtro dell' illusione. Fortuna che ci hanno pensato le notizie appena battute, durante la partita, a farci strappare un sorriso con la liberazione dei tre medici di Emergency, per la disperazione, invece, di Minzolini.

Bari Roma

Editoriale Barilive 4/4/2010

A sentire i tifosi, da oggi, vigono due correnti filosofiche di pensiero: la prima - diciamo più fantasiosa che realistica visto che le prove certe non ci sono e mai ci saranno - è quella per cui Matarrese, alla sua millesima partita, non voglia andare in Europa perché “costerebbe troppo”; la seconda, diciamo più realistica che fantasiosa considerata l’evidenza, è quella per cui la Bari, squadra neo-promossa e bla bla bla, si senta appagata e pertanto, salvezza alla mano, non avrebbe interesse a continuare a stupire anche per salvaguardare possibili nazionali e tutelare i futuri partenti. Fatto sta che Sestu entrato al posto di Castillo e messo lì a giocare da attaccante è un po’ l’emblema del Bari di questo momento. E se in panchina non riesce a trovare spazio nemmeno Sforzini è facile trarre le conclusioni.

Senza Kutuzov, Ranocchia, Almiron, Donati e Meggiorini, e con Barreto e Rivas che hanno stretto i denti a causa dei loro atavici infortuni, “nulla quaestio” sulla Bari che pure ha mostrato i suoi limiti da competitrice europea tanto che perdere con un sol gol di scarto contro la Roma, proprio, non poteva. Ma a noi piace guardare il bicchiere mezzo pieno: all’interno abbiamo scrutato una squadra che, oltre alle ottime ripartenze di Alvarez e il buon filtro a centrocampo, è riuscita benissimo a contenere le conclusioni degli undici giallorossi i quali, nonostante il gioco prodotto e la superiorità corale mostrata, non sono quasi mai riusciti ad impensierire Gillet. E che nessuno spari su Rizzoli: certo, su qualche punizione avrebbe potuto pure sorvolare, fatto sta che c’erano tutte.

Livorno Bari

Editoriale per BariLive 29/3/2010


Volavano bassi i gabbiani sulla vecchia Fortezza quasi a presagire qualcosa che di lì a poco si sarebbe avverata. E pure il libeccio livornese spirava forte ingrossando il dirimpettaio Tirreno al punto che quasi le onde, nell’infrangersi sulla costa, volessero trasportare a riva schiuma di rabbia tinta di biancorosso. La vittoria contro la Sampdoria e quella della Roma sull’Inter hanno lasciato aperte le porte alla speranza per cui, sbancando Livorno, sabato prossimo si sarebbe potuto assistere alla partita del secolo: Bari Roma. E per vincere contro questo Livorno, davvero mediocre, messo male e a tratti imbarazzante, sarebbe bastato anche un Bari privo di Almiron e Barreto le cui assenze sono sembrate uno dei misteri tipicamente baresi e, visto che siamo nella settimana santa, anche quelli pasquali e delle relative processioni che percorrono la città.
Un Bari che, dando fin qui l’illusione di poter dare seguito a quanto di buono aveva fatto, è salito fin quassù al Picchi per continuare, si, nella sua striscia positiva ma soprattutto per continuare a coltivare i sogni d’Europa sempre nascosti ufficialmente ma assolutamente trasparenti e che però ha mostrato troppa sufficienza dando quasi l’idea di voler rinunciare alla vittoria. E’ stata solo un’impressione ma tant’è. Un Bari troppo remissivo per far male al Livorno.

Bari Sampdoria

Editoriale per BariLive 25/3/2010

Sicuramente una tra le più convincenti partite interpretata dal Bari migliore di questi tempi, una summa di quanto profuso finora. Ieri sera si è rivista la volontà, la determinazione assoluta per arrivare al risultato, quella che – per intenderci - si era già vista col Parma e, se vogliamo, anche col Chievo. Si è ritornati a giocare un po’ a memoria, con meno entusiasmo come ad inizio torneo e più solidità e convinzione, segno di una squadra nel pieno della maturazione, come una pesca a luglio, pronta davvero a guadare il Sand Creek infestato da tante umiliazioni dalle cui correnti impetuose di mediocrità, troppo spesso, si è fatto miseramente trascinare.

Una prestazione esaltante dove le solite pause fisiologiche, tipiche delle grandi squadre che manifestano concentrazione, non sono mancate; parliamo di un Bari che ha interpretato perfettamente la partita e che ci ha creduto fino in fondo, non c’è che da essere soddisfatti e da urlare di gioia per questo Bari se si pensa a quanto i tifosi dicevano questa estate non scommettendo un centesimo bucato su Bonucci & C.

Bari Parma

Editoriale per BariLive 22/3/2010

E’ un’elegia di colori, fiori, profumi e di tepore con il retrogusto di ricci quella che pervade i tifosi baresi nel cambio d’equinozio del San Nicola. Mai, a due mesi dalla fine di un torneo di serie A, il Bari ha regalato loro tanta tranquillità con 14 punti di distacco dal pericolo: nel barometro barese, più che il mercurio, è il testosterone dei tifosi a schizzare in alto con la virtuale salvezza ormai consolidata e un settimo posto lì, dietro l’angolo.

Una salvezza che ad inizio campionato, parafrasando De Andrè, solo qualche matto che porta nel cuore un mondo di parole senza riuscire ad esprimerlo con le parole poteva pensarlo. Eppure questa squadra è riuscita a vincere il suo torneo perché se un gruppo come quello messo su dal Maestro Ventura riesce ad uscire le unghie, il carattere e la caparbietà necessarie in una partita difficile, con un primo tempo da dimenticare e con un secondo tempo giocato alla grande in cui pareggia e sfiora altri gol facendo tremare le traverse avversarie, beh allora vuol dire che siamo di fronte ad una Signora squadra, una squadra con un’anima e un’identità ben precisa. Se a questo, poi, aggiungiamo che il gol del pareggio è stato effettuato da un difensore allora vuol dire che Ventura ha messo su davvero una squadra coi fiocchi perché è da questi piccoli ma fondamentali particolari che si misura la stoffa.

Lazio Bari

Editoriale per BariLive 15/3/2010


Le vittorie non sono tutte uguali pur producendo la stessa resa. Ci sono quelle un po’ prevedibili (come per certe sconfitte), quelle inaspettate e ci sono alcune che emanano un fascino tutto particolare difficile da descrivere soprattutto perché, oltre ad essere inaspettate, sono generate nel contesto di una vigilia agitata dove politica, rumors e voci alte l’hanno fatta da padrona per l’intera settimana.

Impossibile non ricordare la celebre frase “vedi vini vici” di Giulio Cesare che, guarda caso, proprio di oggi venne ucciso un paio di migliaia di anni fa dai suoi senatori: una vittoria affascinante nata arrivando a Roma, studiando il momento e, appunto, espugnando l’Olimpico battendo una Lazio che fino adesso, classifica a parte, non aveva mai convinto.

Finisce la sonnolenza ed il Bari torna a vincere

Editoriale per BariLive 8/3/2010

Allora, dove eravamo rimasti? E’ stato un brutto sogno lungo quattro notti o solo un fisiologico momento-no? In medio veritas. Per una neopromossa che ha stupito l’Italia grazie alle idee di Ventura perdere quattro partite di fila e tornare, poi, a far punti crediamo sia nel lucreziano de rerum natura, e nel freddo del San Nicola il Bari è tornato a mostrare carattere e, a tratti, anche il suo bel gioco, ma soprattutto è tornato a vincere. Buon segno, secondo noi, perché badando più che altro al sodo riuscirà (ne siamo certi) a tagliare il traguardo della salvezza, obiettivo quasi impensabile ad inizio stagione visto che i sudditi di sua maestà la regina Elisabetta, troppo frettolosamente, ci davano già per spacciati, salvezza che invece sembra essere ormai solo una mera questione di tempo: dodici punti dalla terz’ultima sono moderatamente rassicuranti a undici partite dalla fine. Una vittoria che con ogni probabilità risulta tanto pesante nell’economia della salvezza quanto decisiva.

Barreto, tra mitologia e meditazione

Editoriale per BariLive 28/2/2010
Una delle cause della debacle è da ricercare nel tradimento di alcuni giocatori più dediti a scorazzare con auto di lusso per la movida barese che agli allenamenti  
Barreto, tra mitologia e meditazione 
Ma niente paura: il momento no passerà molto presto

Lo confessiamo: arrivando fin quaggiù, dopo un viaggio ai confini dell’inferno (e ritorno) attraversando una strada che, storicamente, tutto sembra fuorché autostrada, non abbiamo percepito presagi positivi. Sentivamo che questa di Catania non sarebbe stata la partita della rinascita, quella che avrebbe dato la spinta definitiva al ciclo negativo, no. Lo abbiamo percepito soprattutto mentre attraversavamo lo stretto di Messina, con l’immancabile Caronte (mai nome fu così azzeccato) e con l’idea malvagia che quel tratto di mare sarebbe stato ricoperto da inutili e dannose tonnellate di cemento armato. 

Guardando in lontananza l’Etna innevato a sfiorare il cielo bellissimo siciliano man mano che ci avvicinavamo al capoluogo etneo, complice anche il nostro fedele Battiato a tingere l’atmosfera musicale in auto, quasi ci è sembrato che lo stesso vulcano sputasse massi e lava incandescente sulle “giubbe” biancorosse di Ventura. E, difatti, sempre a proposito di Battiato, “come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando o come uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina affamati” si sono abbattuti sulla squadra di Matarrese quattro gol di cui avevamo perso il ricordo.

Ora il Bari deve reagire

Editoriale per BariLive 22/2/2010
Assente la luna al San Nicola, quella perfida, che con l’inganno faceva l’occhiolino alla squadra: ora è venuta fuori la vera identità 
Ora il Bari deve reagire
Perdere col Milan ci sta: preoccupante la condizione fisica dei biancorossi 



Niente drammi. Perdere col Milan ci sta, ci deve stare per una neopromossa che, dopo un periodo magico trainato, soprattutto, dall’inerzia dell’opera di Conte e plasmato ad hoc dal mitico Ventura, sta vivendo un fisiologico momento di stanca.

Non c’era più, fortunatamente, la luna ieri al San Nicola, quella luna perfida che con l’inganno faceva l’occhiolino alla squadra e grazie alla sua assenza è venuta fuori la vera identità della squadra che, per chi non lo avesse capito, è quella che va sotto il nome solo ed esclusivamente di “salvezza” e non di sogni effimeri, come quelli dell’illusione, quelli insiti nelle persone vacue che, ad esempio, non riuscendo a trovare un partner perché allontanati da tutti per le loro caratteristiche, cercano il loro Apollo dagli occhi celesti nel mondo virtuale.

Era un Bari condizionato da qualche assenza di troppo anche se l’impressione è stata quella che, a prescindere, non fosse il solito Bari, quello che comunque, pur non vincendo, convinceva. Che differenze tra il Bari dell’andata e questo. Del resto si sapeva: all’inizio è sempre così, si riscuote in genere l’obolo dell’entusiasmo proveniente da una storica promozione approfittando anche della ruggine dei cosiddetti squadroni che, ad agosto-settembre, sono in pieno rodaggio.

Post Cagliari, meglio pensare alla salvezza

Editoriale per BariLive 15/2/2010
Troppi infortunati e pochi rincalzi: il giocattolo di Ventura sembra logoro
Tanti assenti: difficile rendere al meglio senza giocatori fondamentali come Kutuzov e Ranocchia. 


Non è stato un gran bel Bari quello visto ieri, diciamolo subito, al di la di tutto. Perdere da queste parti ci sta pure, per carità, tanto che ormai il Bari è in caduta libera da qualche tempo e, onestamente, non sappiamo, a questo punto, quale tra Bergamo, Bologna e Cagliari sia stata la peggiore partita. Dal punto di vista del risultato non cambia un gran che ma se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno o, se preferite, se vogliamo sbirciare nell’introspezione che, come si sa, alla fine non fa muovere la classifica, questo inedito modulo proposto da Ventura un po’ per necessità (gli mancavano 6 titolari, mica due), un po’ perché qualcosa di nuovo doveva pure tirare fuori dal cilindro per raddrizzare la china, ha quanto meno tamponato le sortite di Cagliari, nettamente più forte del Bari, che limitandosi a pressare il Bari, ha portato via i tre punti, naturalmente con pieno merito.

Il Cagliari, fino ad ora, produceva dalle 6 alle 7 occasioni gol a partita tramite quell’asse Cossu Biondini Conti Matri, invidiati da mezzo mondo, e ieri non ci è sembrato che Gillet si sia proposto coi suoi proverbiali miracoli, segno che quel modulo tanto contestato, quanto meno, ha sortito qualche effetto sia pur effimero. Anche Ventura, ieri in sala stampa, ne era dello stesso avviso ma con tutto il rispetto per il nostro amico mister genovese, la decisione di non sviluppare gioco sulle due fasce, unica fonte di gioco per il Bari, proprio non l’abbiamo capita. Cambiare qualcosa si, ma snaturare tutto, no. E pure l’idea di mettere la museruola a Conti attraverso Allegretti, alla fine, non ha convinto del tutto atteso che il figlio dell’ex campione del mondo, ha fatto un po’ il buono e cattivo tempo, gol incluso. Quell’Alvarez messo lì quasi per inerzia, quasi per “forza”, a far tandem con Meggiorini che è tornato ad essere Godot, non riteniamo sia stata azzeccata come mossa, tutt’altro. Ma si sa, ieri il Bari era in emergenza, così come il Cagliari… con la piccola differenza che, il peso specifico delle assenze baresi non aveva lo stesso valore di quelle cagliaritane. Regalare un Barreto, un Almiron, un Parisi e un Ranocchia agli avversari, non è esattamente la stessa cosa che regalare Jeda, Dessena, Lopez e Marchetti. Ecco, come spesso accade in questo tipo di sconfitte, il motivo riteniamo sia da ricercare proprio in panchina.

Atalanta - Bari

Editoriale per BariLive 8/2/2010

Obbligati a catapultarci, ormai, con un pizzico di sana, e a volte anche inquietante, nostalgia in un’altra costellazione, siamo giunti a “Berghem” lasciandoci scrutare dalla nostra consueta compagna di viaggio (mezza)luna con occhi diversi per questa ennesima trasferta in terra lombarda che, a differenza delle precedenti accarezzate da un clima estivo dove i ceri alla Madunina di Piazza Duomo che abbiamo acceso sono stati miracolosi, ci hanno solo relativamente fatto soffrire il freddo: una città che a vederla e a percepirla tutto ci è sembrata fuorché “lumbard” ci ha offerto momenti di struggente pathos per gli istanti carnascialeschi (e come non poteva esserlo nella patria di Arlecchino?) catturati, con i contorni storici di quelle mura che cingono la splendida “Berghem de Sura” raggiunta in funivia, addobbata da edifici pregni di storia e, ahinoi, solo intravisti come dal finestrino di un eurostar che corre a 200 all’ora le cui mancate visite gridano ancora vendetta. In un cielo freddo ma stellato come non mai, dove il traffico aereo sembra paradossalmente pari a quello di Fiumicino e di Malpensa messi insieme, in un aeroporto che è sicuramente sproporzionato alla reale ricettività con un vero e proprio formicaio e pecoraio umano nei ceck-in (tanto che lo abbiamo ribattezzato, più che Orio al Serio, Delirio al Serio), si è ancora tinto di colori locali, stavolta nerazzurri. Siamo alle solite, ormai non fa più notizia. Solito ottimo primo tempo, consueta razione di gol sbagliati senza, stavolta, l’ausilio di Alvarez che, ormai abbiamo capito, una partita la azzecca ed altre 28 no risultando persino irritante talvolta, per poi subire la pressione avversaria che, senza costruire memorabili occasioni gol (vuoi per la scarsezza avversaria, vuoi per la difesa biancorossa che, nonostante tutto, rimane uno dei reparti più affidabili), capitalizza al massimo la sua unica vera occasione gol, stavolta griffata “Salento” a causa della sinergia tra Chevanton e Tiribocchi (chissà se l’avevano studiata a tavolino…) e castiga il Bari.

Speciale ed esclusivo: Colombo saluta i tifosi del Bari

Corrado Colombo era a Ridanna come tutti gli altri “fuori rosa” agli ordini di mister Tavarilli per fare il suo lavoro ed attendeva in cuor suo un reintegro nella rosa perché ci teneva molto alla maglia biancorossa, gli era entrata davvero nel sangue nonostante solo nove mesi di militanza, alcuni dei quali fuori a causa delle scelte obbligate della Lega che prevedeva il taglio di tre fuori quota, un giocatore che non sarà mai stato Pelè ma che a Pelè assomigliava come cuore e generosità, un giocatore che, pur giocando e segnando poco, è andato sempre “oltre” il gettone di presenza, giocando per la maglia e quindi per i tifosi, e non per il vil denaro come invece fanno molti altri. Lo ricordiamo quando arrivò a Bari, in settembre scorso, per sopperire alla carenza attaccanti d’epoca (Barreto out, Volpato e Maniero non convincevano), e lui che giocava nel Pisa, aveva mostrato grande entusiasmo al punto che in sede di conferenza stampa aveva preteso il numero 29 dietro la maglia, numero significativo per lui rievocante situazioni affettive particolari, promettendo di mettercela tutta. Come per Antonio Conte all’epoca, nonostante la solita diffidenza strisciante a causa dei suoi “scomodi” natali salentini, è entrato prepotentemente nel cuore dei tifosi con suo modo di giocare, di sudare, di mettercela tutta.

Lippi, senti a noi, ‘n da denz, non si mettenn a Cassano.

Articolo per BariLive  16/10/2009

Per esperienza vissuta, abbiamo la certezza che molti degli articoli scritti dalle colonne di Barilive, un giornale interattivo letto ed apprezzato tanto quanto altri quotidiani venduti nelle edicole, vengano interpretati male. Forse volutamente. Ormai è hobby, non ci facciamo più caso. Meno male che a leggerci e a commentarci non è solo la minoranza composta dal ciarpame mediatico provocatorio, maleducato, indisponente, lassista, pullulante nei vari forum, ma soprattutto il tessuto sociale sano e civile barese, ovvero la stragrande maggioranza, compreso quello che dissente dalle nostre idee. Siccome abbiamo il vago timore che i soliti prevenuti possano fraintenderci, riteniamo di fare questa debita premessa, quanto mai opportuna, volta al proseguimento della lettura.

Dopo Palermo, alla conquista di Bergamo e Cagliari


Editoriale per BariLive 31/1/2010
Bisognava reagire in fretta alla sconfitta di Bologna, e reazione convincente è stata
Dopo aver visto la prestazione col Palermo siamo sempre più convinti che, obiettivi a parte, a Bologna bisognava vincere, e pure a mani basse, ma, si sa, in serie A, vincere fuori casa, peraltro al cospetto di squadre tutt’altro che trascendentali, non è affatto facile soprattutto per una neopromossa che, a differenza di squadre mediocri (come, appunto, il Bologna ma che hanno dalla loro parte l’esperienza), paga lo scotto del salto di categoria. Bisognava reagire in fretta alla sconfitta subita sulla Via Emilia, e reazione (convincente) c’è stata perché la squadra di Ventura, dopo essere stata raggiunta sul 2-2 da un gol del buon Pastore, che è tutt’altro che una figura evangelica, e dall’ottimo Cavani, e proprio nel momento in cui il Palermo ci stava credendo, ha fuoriuscito il carattere e il bel gioco mettendo in pratica gli insegnamenti di un allenatore che ha seminato tanto ma che, abbiamo come l’impressione, non abbia raccolto tutto quel che si meritava, servendo un poker d’assi siglando ulteriori due gol, passando da una partita di calcio ad un momento fiabesco.

Bologna-Bari, ritorno amaro

 Editoriale per BariLive 25/1/2010
Davanti agli uomini di colomba si poteva certamente osare di più 
La sconfitta ha un triste sapore antico

Non è un gran bel periodo questo per il Bari. 
Molti danno la responsabilità al mese intenso, alle partite ogni quattro giorni, range a cui, in effetti, il Bari non è abituato: vero, per carità, ma noi siamo dell’avviso che ci sia dell’altro. 
La squadra, a cui l’anno scorso bastava un Ciccio Caputo e un discontinuo Martin Donda per battere, pardon, maramaldeggiare contro il Cittadella, il Sassuolo e l’Albinoleffe, e che sta comportandosi, comunque, benone quest’anno, sta facendo uscire, come nei pori nella pelle delle matricole universitarie, dei vistosi limiti e sta attraversando una pericolosa involuzione tattica, atletica e forse anche psicologica. Guardiamo le ultime tre trasferte: a Firenze, pur avendo il pallino del gioco e del risultato in mano, non ha brillato eppure la Fiorentina, nonostante i valori aggiunti Montolivo, Mutu e Giardino, non ci è parso che abbia prodotto molto di più del Bari (tutt’altro); a Genova, diciamocelo francamente, v’è stata una prestazione scadente e se avesse perso 3-0 nessuno avrebbe detto nulla, diciamo che ci è andata bene; ieri a Bologna, non ne parliamo. I felsinei, più di tutti, non hanno convinto: nelle osterie di fuori porta bolognesi, in serata, un po’ tutti erano dell’avviso che non si aspettavano di vincere contro “questo” Bari ma soprattutto al cospetto della prestazione offerta dagli uomini di Colomba: ripetiamo, sono parole di vari tifosi rossoblu captate qua e la per la città, eppure la squadra di Ventura ha perso (e male) anche stavolta: peccato, guardando la classifica promettente, si era parecchio speranzosi per radicarsi nella parte sinistra della classifica dal momento che quella destra, ormai, sembrava consolidata, e se la parte sinistra fa pendant con Europa, considerata la fattibilità del torneo (è alla portata rispetto ad anni scorsi), era necessario cominciare a vincere fuori, non dappertutto per carità, ma in trasferte come quelle di ieri, si. Ed invece no. Con una squadra che non riesce ad imporre il proprio gioco – ma soprattutto ad ottimizzarlo - che si perde spesso e volentieri in pericolose, inutili ed irritanti leziosità con dribbling e colpi di tacco improbabili nelle trasferte come quelle appena descritte (lasciando perdere per un momento Napoli e Roma dove, comunque, perdere “ci stava” anche se la dinamica delle sconfitte ha lasciato il solito retrogusto amarognolo) con tutte le attenuanti del caso (giocare a Marassi, ad esempio, è dura per tutti a prescindere dal target della squadra rossoblu), con quel pizzico di esperienza che manca (ieri avremmo visto bene Stellini al posto di Bonucci: forse non avremmo perso), crediamo sarebbe meglio concentrarsi tutti nella salvezza che, come dice Ventura, per una neopromossa è l’unico obiettivo.

Fiorentina Bari

Editoriale per BariLive 11/1/2010

E pensare che era iniziata sotto i migliori auspici: erano venti giorni che non faceva altro che piovere, l’Arno era in piena, il lago di Massacciucoli - mai stato famoso come in questo periodo - pronto ad esondare, e tutto lasciava intendere che anche quella di ieri doveva essere una giornata piovosa e fredda ed invece, a sentire i fiorentini stanchi di questo tempo, dovevamo arrivare noi baresi per far smettere di piovere e di fare alzare, sia pur di un grado, la temperatura. In effetti Firenze con un raggio di sole in più, e comunque senza pioggia, è un’altra cosa.

Peccato perché anche a premesse non eravamo messi male: l’ex Godot Meggiorini rimesso in piedi in extremis, sul petto il bigliettino da visita di matricola terribile con cinque vittorie - alcune prestigiose - consecutive in casa, una forma atletica invidiabile quando ecco che, dopo averne sostenuti diversi, l’impegno di Firenze doveva essere il vero esame di maturità per i ragazzi di Ventura che da queste parti è molto conosciuto ed anche un tantino rimpianto: meriti e dinamiche a parte, invece, è andata male.

Barum nulla erat sine Perinetto

Editoriale per BariLive 6/1/2010

Grande Bari, altre emozioni e l'anno nuovo inzia con il botto 
Barum nulla erat sine Perinetto
Ottima partita contro l'Udinese: ora tutti (o quasi) a Firenze


A sentire Giampiero Ventura, in sala stampa, la partita non era per niente facile sia perché di una squadra composta da gente del calibro di Pepe, Sanchez, Floro Flores, D’Agostino, Zapata e Inler c’era poco da fidarsi, sia perchè aveva cambiato l’allenatore (e si sa, quando si cambia l’allenatore…), sia a causa dell’indisposizione di Gillet, Bonucci e Ranocchia i quali, fino a ieri pomeriggio, erano da considerarsi out e se oggi i tre hanno giocato è solo grazie all’equipe medica barese che lo stesso mister genovese ha ringraziato pubblicamente.

Una partita in cui c’era il rischio di perdere di vista la realtà, quella conquistata tanto faticosamente nel corso di questi mesi, da Ridanna ad oggi, ma soprattutto ottimizzata con la Juve e dove invece tutto è andato bene. Ventura ha fatto capire ai ragazzi che entrare in campo con umiltà, e senza presunzione, alla fine paga, pena ritrovarsi con 3 gol di scarto dopo 20 minuti di gioco (Roma docet) e questo con qualunque avversario, titolato o meno. Noi riteniamo che il Bari visto oggi abbia preso un bel 30 e lode in sagacia. In altre epoche, in queste partite, non avrebbe avuto scampo soprattutto dopo una sosta.

Solo uno splendido grande Bari

Editoriale per BarLive 13/12/2009

Solo uno splendido grande Bari
La squadra fa sognare: anche la città vorrebbe sognare

 Anche in questa occasione – non ce ne vogliano i lettori se ostentiamo certezze a posteriori - un vago e sincero presentimento ha fatto capolino nella nostra mente sin da domenica scorsa a Napoli quando Romeo ha sventolato troppo frettolosamente almeno un cartellino rosso. Confessiamo – e chi ci conosce e chi ci legge sa che non diciamo bugie - che con un Bari in emergenza eravamo pressoché certi della vittoria anche a costo di sembrare impopolari. 

Ne abbiamo viste tante e, se permettete, ne sappiamo qualcuna in più di qualche altro: da sempre, infatti, il Bari, da Catalano ad Asnicar, da Biloni al mitico Guastella, da Soda a Maccoppi, da Cassano a Diamoutene, ha reagito alla grande sfoderando prestazioni orgogliose e reattive come, appunto, quella di ieri sera quando i fantasmi erranti e festanti di Hugo Ennynaya e quel bischero nubendo di Tonino Cassano, insieme a quello di Antonio Soda - tutti giocatori messi in campo più per necessità che per convinzione - hanno cominciato a svolazzare candidamente sul San Nicola stracolmo di gente e dove la nostra amica luna – ieri a casa in permesso retribuito - ha ceduto il posto al freddo e al colore biancorosso. Peccato, forse un bicchiere di novello e due caldarroste sarebbero state gradite e avrebbero aiutato a far sentire meno la mancanza dell’astro.

A luna nun é Biancorossa


Editoriale per BariLive 7/12/2009 
Beffa e arcibeffa al san Paolo per il Bari comunque dal grande cuore
A luna nun é Biancorossa
Brutto il san Paolo senza i baresi


Un Bari capace di giocarsela contro chiunque, ma assolutamente vittima della sua ingenuità. E si perché ieri, mentre dalle nostre parti molti tifosi festeggiavano San Nicola tra sgagliozze e cappuccini notturni illusi, forse, di vincere il derby del meridione, dall’altra parte dell’Italia, sulle rive di un Tirreno dove il Vesuvio duemila anni fa lasciò una traccia indelebile incenerendo persone e case senza preavviso, dove gli etruschi, sbarcando, misero radici in Italia e, soprattutto, nella culla della filosofia epicurea, la squadra di Ventura ha peccato parecchio di ingenuità mostrando il suo vero profilo di neopromossa, ovvero di quella squadra che deve pensare solo a salvarsi lasciando ad altri i record perché, fidatevi, la posizione a sinistra della classifica, non è roba nostra: lì se la contenderanno le solite e non ci sarà spazio per noi, un po’ come accaduto per la non rilevanza mediatica data in occasione della “prima” del Petruzzelli. 

Tutti i media puntati verso la “prima” della Scala in occasione di Sant’Amborgio e nessuna rete italiana - e ribadiamo nessuna – compresa qualcuna, come dire, “nostra”… verso la prima del Petruzzelli risorto e San Nicola. Normale. Se qualcuno riesce a smentirci ne saremo felici. Così è, e sarà, per il calcio Bari, sia chiaro. 

Il Bari non vinceva da 50 anni a Napoli, e non ne vincerà… per altrettanti. Qualcuno ne dubita? E per favore, basta col vittimismo e alzare la voce: tanto non paga. Bisogna solo convincersi che il Bari dovrà solo salvarsi col coltello tra i denti, come sempre, senza pensare ai record e agli errori degli arbitri.

Bari Siena

Editoriale per BariLive 30/11/2009

 La vittoria della determinazione. Ad un primo tempo scialbo e noioso in cui ci è parso che il giocattolo costruito con 4 lire nel corso di questi tre anni dal deux ex machina Giorgio Perinetti - sicuramente più bravo del suo collega Leonardi (capito, avv. Di Monda?) - si stesse rompendo definitivamente, complice forse la solita luna, bellissima e nitida - stavolta a trequarti - apparsa improvvisamente sopra le nostre teste ad inizio secondo tempo, è corrisposto un secondo tempo intenso, determinato, completamente diverso dal primo, ovviamente con i soliti errori sotto porta (guai non ci fossero stati, non sarebbe stato più il Bari) stavolta coi piedi di Bonucci, dove la squadra biancorossa ha letteralmente schiacciato in difesa con il vigore delle fasi concitanti di un palio sull’omonima Terra Rossa i contradaioli di Piazza del Campo venuti a Bari, dopo il flop in Tim Cup col Novara, per cominciare a risalire. E le premesse c’erano tutte anche per la solita storiella per cui, ad un cambio tecnico corrisponde in genere una sterzata. Sarà per la prossima volta, Malesani.

Roma Bari

 Editoriale per BariLive 23/11/2009


Sappiamo che confessarlo a posteriori si rischia di non essere credibili ma, detto tra di noi che di “cose” biancorosse ne mastichiamo un po’ di più di qualcun altro che si proclama tifoso docente e discente, unico ed indivisibile (e chi ci legge e chi ci conosce, lo sa che non diciamo bugie), eravamo pressoché certi della sconfitta.

E come non esserlo quando in settimana si percepisce fermento, quando a muoversi non sono i soliti 1000 ma un vero e proprio esodo biblico pronto a marciare su Roma, quando l’entusiasmo tracima da qualsivoglia alveo mentale, quando i biglietti cominciano a non bastare più, quando la follia prende il posto della razionalità, magari con una moglie puerpera lasciata in ospedale, senza pensarci due volte, pur di non perdersi la partita di Roma, quando ci si accorge che tra i 10000 tifosi di Roma, molti sono solo occasionali tipo fidanzatine al seguito che di Barreto conoscono si e no i ricciolini e la tenerezza che incute, o genitori gitaioli con una monetina bronzea da gettare nella Fontana di Trevi così da assicurarsi un possibile ritorno da queste parti, pronti a farsi benedire a mezzogiorno da Ratzinger piuttosto che approfittarne per andare a vedere i recenti scavi sul Palatino, colle sul quale con un aratro, è stata fondata la città eterna tracciandone il pomerium?

Bari-Livorno, qui si vola!

Editoriale per BariLive 8/11/2009


L'autunno, si sa, sfuma i contorni quasi a voler divorare in un sol boccone tante giornate che appaiono lente come le lumache estive che, invece, fuoriescono dopo un acquazzone strisciando per terra e lasciando le loro scie, metafora di un recente passato. Così al San Nicola, ieri, allorquando è spuntato, damblè nel secondo tempo, uno strano ma assolutamente fantastico arcobaleno - tutt’altro che estivo - a riflettori accesi, con una pioggia che non cadeva, in perfetta sintonia con la stagione autunnale, quasi a volerci presagire che quella di ieri sarebbe stata una partita pro Bari. In effetti, se aspettavamo le profezie del cielo terso, della luna che latitava… o del sole, probabilmente sarebbe andata diversamente. Un cielo plumbeo ed uggioso come non mai, invece, è stato propedeutico ai fantastici undici di Ventura per la seconda vittoria consecutiva casalinga, ottenuta stavolta contro il simpatico Livorno di Serse Cosmi la cui voce, ormai, è diventata sempre più roca ma la cui obiettività è rimasta inalterata.
Pochi appunti da prendere sul nostro solito book rosso, unico depositario di evangeliche situazioni di difficile spiegazione e, nel contempo, di indicibili emozioni che ci accompagna in ogni dove e che, forse, un giorno – chissà – andrà a finire su qualche bancarella di un mercato delle pulci di chissà quale città.

Sampdoria Bari

Articolo per BariLive 2/11/2011


A Via del Campo, una volta, ci andavano gli illusi convinti che un’ora di meretricio potesse essere salutare agli istinti maschili. E forse, a quell’epoca, era pure vero: ieri, a Via del Campo, ci siam transitati noi, intanto per omaggiare un poeta cantautore particolarmente caro la cui spiritualità ci ha accompagnato per tutto il soggiorno genovese, e poi con la pia illusione che il finale di una recente fatal Verona - versante Chievo - fosse stato in assoluto il più incandescente della storia centenaria del Bari.

Ci eravamo, evidentemente, sbagliati. Sono quei momenti che ricorrono spesso nei sogni di ogni sportivo, anche in quelli degli adulti, sogni che prevedono un calcio di rigore oltre il 90’ a favore della squadra della nostra città, fuori casa (non ne parliamo, poi, se in casa di una “grande”) e che speri con tutto il cuore che possa essere realizzato. Lo ammettiamo, abbiamo abbandonato il nostro proverbiale aplomb in sede di errore imprecando come un qualsiasi tifoso incuranti dei colleghi Rai accanto a noi: crediamo fosse inevitabile. Prima Barreto e poi Bonucci ci hanno fatto illudere che da Marassi si potesse, in un modo o nell’altro, tornare a Bari con una prestigiosa, quanto meritata, vittoria che l’avrebbe ripagata, sia pure parzialmente, di tante prestazioni che l’ha vista raccogliere meno di quanto seminato.

Parma Bari

Articolo per BariLive 29/10/2009

Che la partita sarebbe stata difficile lo si sapeva sin dall’inizio e non solo per la forza della squadra di Guidolin ma anche perché c’era da sfatare una tradizione negativa che vedeva il Bari sempre perdente nella città di Giuseppe Verdi, anno scorso escluso in B. E siccome quest’anno, la squadra di Giampiero Ventura, si sta facendo strada anche grazie al ribaltamento di certi risultati tradizionalmente negativi (meriti a parte), non sarebbe stata un’utopia pensare che alla magistrale prestazione contro la Lazio ci sarebbe stato un seguito. Macchè.

Parma, con quel campanile appena andato in fumo per uno sciagurato temporale e col suo magico Battistero, da sempre oggetto di studi a scuola in Storia dell’Arte, è forse la città più fredda del mondo e non solo per la temperatura ma anche per l’anemico raccolto effettuato dal Bari ogni qualvolta c’era da incontrarne la relativa squadra, a partire dai tempi di Brolin, unico attaccante al mondo alto un metro e mezzo ad essere riuscito a segnare di testa, guarda un po’, proprio al Bari, passando per Asprilla, Minotti, Apolloni e Melli, e finendo ai tempi nostri. Mai la soddisfazione di un punto, mai una volta che ci sia andata bene. Eppure si parla del Parma, mica del Barcellona. D’accordo, vent’anni di gran serie A alle spalle grazie anche all’inganno dei bond della Parmalat, ma è pur vero che, mentre il Bari per una cinquantina d’anni faceva la spola tra A e B affrontando il Toro di Bagicalupo, il Milan di Rivera, la Juve di Altafini o l’Atalanta di Pizzaballa in B, la squadra emiliana affrontava i derby col Fidenza, seppure. Strana la vita.

Parma-Bari, volo d'andata

Articolo per BariLive 28/10/2009

Cronache dall'aereo carico dei tifosissimi della Bari 
Parma-Bari, volo d'andata 
E da bravi baresi non mancano gli inviti alla hostess
 
E’ che viaggiare a 0,99 centesimi fa gola a tutti, pure a quelli che, magari, si ostinano a non pagare allo stadio di Bari. Potenza di questi voli low cost.

Stendardi, striscioni arrotolati con tanto di aste al seguito, magliette, felpe biancorosse, sciarpe vagamente UCN e cori da stadio: questo il canovaccio sul volo della Ryanair, Bari-Bologna, delle 8,15 decollato da Palese alla volta del “Marconi” e atterrato addirittura con 5 minuti di anticipo. Più di tre quarti dei passeggeri rigorosamente tifosi baresi zeppi d’entusiasmo, per la verità contenuto, che ci ha accompagnato per tutto il volo a cominciare dalla
necessita impellente, per taluni di loro, di bere una birra (erano le 8,20 per la cronaca…) piuttosto che un buon caffè (in effetti, tutt’altro che eccellente in aereo), quasi mancasse loro come una preghiera per i bigotti cristiani o come una chitarra per un musicista rock. 

Che strana la vita e come cambiano i tempi. Sicché al primo transito del carrello vivande, i “drogati” di luppolo mattutino non ci hanno pensato due volte ad acquistare qualche lattina di Carlsberg - rigorosamente calda - brindando finanche con un eloquente cin cin ad alta quota. Riteniamo che non ci sia di peggio che bere una birra calda (alle 8 di mattina, poi, non ne parliamo).

Si sblocca Meggiorini, finalmente non aspettiamo più Godot

Articolo per BariLive 25/10/2009

Il Bari in zona Europa..... 
Si sblocca Meggiorini, finalmente non aspettiamo più Godot 
Tifosi scatenati dalle imprese di Barreto e co, bella visuale al San Nicola

Niente vittimismi: lasciate pure che i media nazionali blaterino che, infondo, la Lazio era “stanca”. Nulla di più falso. Il Bari è stato imbattibile, questa è la verità. Nessuna stanchezza potrà mai giustificare il fatto che una squadra, peraltro bene o male titolata e non un “Catania” qualsiasi, non sia riuscita a fare nemmeno un tiro in porta (uno, in effetti, lo ha fatto con la solita parata di Gillet che ha festeggiato la trecentesima partita nel Bari: complimenti capitano e complimenti anche per il dribbling triller!), anche perché, tanto, il refrain sarà sempre quello per cui la sarà stata la Lazio ad aver perso a Bari e non il Bari ad aver rasentato la perfezione contro la Lazio, quindi è inutile avvelenarsi l’esistenza.

Oltre a quell’orribile buco causato dalla rottura della copertura dello stadio, in testa ai tifosi della Lazio tutt’altro che onirico da vedersi, che qualcosa non abbia funzionato tra i biancazzurri lo ha ammesso pure Ballardini in sala stampa, ma non abbiamo mai sentito dalla sua voce e da quelle dei colleghi giornalisti romani al seguito che, infondo, se la Lazio ha mostrato il peggio di se, è stato per merito del Bari. E allora no, non ci siamo; e che nessuno cada nella provocazioni delle solite emittenti padane. Dimostriamoci superiori e andiamo avanti per la nostra strada. Infondo, chi capisce di calcio e chi mastica di pallone (e per fortuna, anche oltre il Po’ ce n’è qualcuno) sa che, al momento, la squadra di Ventura è l’unica ad esprimere il miglior gioco oltre ad essere la meno perforata. E, se permettete, non sarà casuale: qualche merito ci sarà pure.

Quelli della "Ritirata": tra simpatia e professionalità

Articolo per BariLive 24/10/2009
La proiezione al Galleria con tutti i ragazzi di Giampiero Ventura 
Quelli della "Ritirata": tra simpatia e professionalità
Il ritiro a Ridanna con l'As Bari rivisto e "corretto" da Max Sisto e Salvatore Guastella per Teleregione

La prima volta ha portato sicuramente fortuna: una omerica promozione col vuoto alle spalle che probabilmente rimarrà negli annali della storia del Bari. Quest’anno si è aggiudicata un premio prestigiosio: il “Premio TV d’Oro” assegnato a Bibione qualche tempo fa. Non stiamo parlando di Porta a Porta e nemmeno del TB Sport del buon Tamborra, no, ma della “Ritirata”.

In effetti quelli di Teleregione hanno fatto le cose per bene, e noi che eravamo lì sul posto a lavorare avvolti dall’odore dei boschi, dagli arcobaleni mai stati così netti, emozionanti ed evocativi, dai profumi dei funghi appena spuntati e dallo speck imperante che anche se non lo volevi, eri in qualche modo costretto a mangiarlo, lo abbiamo notato ed anche apprezzato moltissimo. “Bari, sudore e fantasia”, così recitava la locandina; in effetti un mix di simpatia e professionalità - ingredienti sempre più latitanti nel calcio di oggi sempre più vittima del potere e sempre più schiavo delle tv oltre che del ciarpame mediatico presuntuoso e, talvolta, anche ignorante - che hanno allietato le serate torride dei tifosi baresi i quali, tramite il sito della stessa trasmissione (www.laritirata.it) e i passaggi inevitabili sui vari siti dei tifosi e su youtube, hanno potuto assistere alle gesta dei loro beniamini in questo inedito format composto da una puntata di 20 minuti ciascuna, piene di notizie fresche e di simpatia.

Aspettando Meggiorini-Godot non perdiamo l'ottimismo

 Articolo per BariLive 19/10/2009
Una Bari d'altri tempi espugna (un quartiere di) Verona
Aspettando Meggiorini-Godot non perdiamo l'ottimismo
La difesa è il reparto più convincente


Al 44’ del secondo tempo - lo confessiamo - abbiamo pensato ad una delle seguenti possibilità: che fossimo tornati indietro di 40 anni e che al posto di Gillet, Ranocchia, Pellissier e Iori ci fossero Pizzaballa, Jair, Pienti e Muccini, o che fossimo a teatro per vedere un’opera contaminata da Shakespeare, vista la location naturale (chissà se William era presente in tribuna: spunti per un sequel di Romeo e Giulietta ce n’erano) e Samuel Beckett, ovvero tra il dramma e l’assurdo.

Crediamo che l’ennesimo gol sbagliato da Godot Meggiorini e quel finale al cardiopalma siano stati tra i momenti, forse, più drammatici e i più assurdi della storia del Bari al punto che, più che dai piedi di Masiello e dal corpo di Gillet, il pallone è apparso spinto fuori dall’area dal cuore dei tifosi stanchi di dieci anni di mediocrità. Si, noi preferiamo pensare a questa fatalità.

Bari, dalla parte del torto

Articolo per BariLive 4/10/2009

Partiamo con alcune constatazioni per nulla scontate: noi un salto alla partita lo abbiamo fatto. Ma, diamine, già giocare di sabato mette su una tristezza infinita snaturando l’elegia calcistica, se poi si gioca alle 18 siamo decisamente all’anticalcio. Non si ha l’idea di essere in serie A, l’atmosfera è surreale anche nell’attraversare la mitica passerella sospesa nel vuoto che collega l’ascensore alla tribuna stampa, vera e propria prova di maturità - nonché di sopravvivenza - per i giornalisti accreditati.

I 22 in campo, più che rincorrere il gol, ci davano l’idea di calciarsi la vita dietro ad un pallone, così come per i 17 mila spettatori che sembravano essere giunti in agro Bitritto quasi con sopportazione ed aria infastidita. Abbiamo visto persone che, al decimo minuto del secondo tempo, hanno abbandonato lo stadio forse per paura dei soliti ingorghi metropolitani del sabato sera impazzito barese o, chissà, forse per timore del solito acquazzone che avrebbe allagato il tunnel di Santa Fara ma, se permettete, questa è la sconfitta del gioco del pallone. Ti vien voglia di gridare nel vuoto ma si ha come l’impressione che l’urlo verrebbe disperso tra le case limitrofe, lontane, come nell’Angoscia Metropolitana di Claudio Lolli.

Luci a san Siro, luci del Sud

 Articolo per BariLive 28/9/2009


Così, a naso, non abbiamo avuto la stessa percezione del precedente viaggio a San Siro di agosto scorso. No. Transitare da Termoli e da Rimini, passando per la spiaggia di Numana, cullati dall’eurostar, col pensiero fisso nell’altrove scrutando attimi fuggenti dal finestrino, non ha avuto lo stesso significato di quando siamo transitati in occasione di Inter Bari.

A sinistra del finestrino la terraferma, le colline, le vette del Gran Sasso e della Maiella, l’Appennino, il verde e le casupole che cercano il mondo, lo stadio di San Benedetto del Tronto, San Marino, sulla destra l’immagine metaforica della desolazione, di un’estate volta nell’equinozio dell’arrivederci con le sue immense distese vuote di sabbia, con gli ombrelloni chiusi, il cielo terso e il mare incazzato quanto bastava quasi a volerci presagire che quella serata di San Siro avrebbe lasciato spazio a qualche recriminazione.
Articolo per BariLive 24/9/2009
 
La città "invisibile" sugli spalti e i timori dei parassiti 
Bari Cagliari: fra errori e rimpianti in attesa della Rivoluzione
E ci attende il Milan


Era una serata da passare sul mare, magari in compagnia, quella di ieri, altro che stadio San Nicola. Una mezza luna mai stata così splendente squarciava le tenebre di quel lembo di città invisibile di calviniana memoria, con una temperatura di quelle che ti fanno ringraziare iddio per essere nato e vissuto a Bari al punto che ti veniva voglia pure di ordinare due pizze ed una birraperoni ghiacciata in tribuna stampa piuttosto che prendere bolsi ed inutili appunti di una partita di pallone. Sarà per un’altra volta.

Bellissima la luna che strizzava l’occhiolino ai tifosi, innamorati della propria squadra dalla quale si attendevano, ieri, il fidanzamento ufficiale, quello stesso andato a monte qualche anno fa a causa di qualche Lipatin di troppo. Ma si sa, le favole sono favole e non sempre baciando il rospo appare un principe, fatto sta che per leggere la favola di una Bari vincente, vestita col tailleur rosso, per due volte consecutive - peraltro a distanza di 72 ore - e, di conseguenza, che spicca un primo volo come un airone verso altre latitudini, bisognerà attendere un’altra volta. Tanto, prima o poi accadrà, è questione di legge dei numeri.

Bari Calcio: è una magnifica Av..Ventura

Articolo per BariLive 20/9/2009

Frantumata l'Atalanta, ora ci aspettano i nuraghi
Peccato non aver avuto due Barreto in campo



Detto tra noi, assistendo al ritiro di Ridanna, eravamo forse gli unici a mostrare moderato ottimismo avendo avuto sentore che quel laboratorio ubicato tra i verdi monti altoatesini, targato Ventura, non avrebbe fatto rimpiangere quello del nostro amico Antonio Conte nonostante la latitanza dell’entusiasmo e dei media importanti baresi che, stranamente, invece lo scorso anno (lo ricordiamo, si era in B, peraltro con Maniero Siligardi e De Pascalis, mica con Alvarez, Carobbio e Kutuzov), abbondavano.

Tanti i tifosi l’anno scorso, pochissimi quest’anno a mangiar wrustel, birraforst e patatine fritte, lassù, a Vipiteno per giunta solo la domenica: non finiremo mai di capire certi atteggiamenti. E quest’aria, Ventura che di primavere ne conta ben 62 (mica 38), l’aveva percepita sia in sede di ritiro che dopo, chiedendoci personalmente come fosse stato possibile che appena un mese prima i tifosi risultassero centomila mentre in quel periodo nemmeno la centesima parte.

Dimenticare Palermo.....

Articolo per BariLive 13/9/2009

Non si scherza con le grandi
Dimenticare Palermo.....
Tremila e passa anni di storia in un catino di fango che una volta si chiamava Favorita


E’ che arrivare in Sicilia non è la stessa che raggiungere la Ciociaria e nemmeno Cittadella. Giungere da queste parti è decisamente inconfondibile.  Un lungo viaggio tra leggenda e un ritorno nella realtà calcistica più competente alla squadra barese, che ci da una sensazione di calcare luoghi mistici, quasi magici, dove il tempo sembra si sia fermato in attesa di ritrovare il vecchio spirito pugnace biancorosso, perso miserabilmente dopo i gol di Cassano e di Ennynnaya a Pagliuca e che tenta di riappropriarsi della sete di competizione perduta nei meandri di scelte societarie scellerate, tra un Lipatin e un Markic scelti con troppa superficialità, che mancava da troppo tempo.

E’ una questione di percezione, di attimi e sguardi, di momenti andati e improvvisamente ritrovati; sono diapositive proiettate dalla mente verso l’infinito che partono da Punta Raisi, con quella pista da infarto che fa anche pendant col mare che solo a vederla dal finestrino viene un attacco di panico maggiore che in occasione di un vuoto d’aria, attraversano quel lembo autostradale di Capaci dove l’eco di un ridondante mafioso boato fa percepire ancora un acre odore di morte e, profanamente, transitano dall’ambigua Isole delle Femmine.

Al San Nicola tra calcio e patate

 Articolo per BariLive 30/8/2009

Al San Nicola tra calcio e patate
Un pò di amarcord e uno sguardo al futuro: su quel campo di patate non su può giocare a pallone


Dopo aver acceso quelli di San Siro, Ventura & C. hanno provato ad accendere i riflettori dell’astronave ventennale di Renzo Piano che, nonostante i nuovi pannelli pubblicitari a bordo campo che lo adeguano (finalmente) agli standard degli stadi di A, un audio decente (era ora), e l’avviso - come per San Siro - da parte dello speaker barese dei minuti di recupero, risulta sempre meno astronave e sempre più stadio tutt’altro che di serie A, comune a tanti vecchi da restaurare soprattutto fuori (nella mente della gente in particolare, roba complicata, insomma) laddove indisciplina degli automobilisti e dei pedoni la fanno da padrona. 

Qui Bari, san Siro e ritorno

Articolo per BariLive 24/8/2009
Cronaca del viaggio e di qualcosa di più al seguito della Bari
Qui Bari, san Siro e ritorno
Dopo otto anni di serie B finalmente la serie A


Dondolati dolcemente dal vagone pensavamo che di li a poco tutti i problemi del mondo si sarebbero risolti o, comunque, stavano per terminare. Elezioni, politica, pil, povertà, delinquenza, papy vari con relative escort, code autostradali, caldo torrido, incendi murgiani, l’Italia, Emiliano, Di Cagno Abbrescia, insomma tutto sarebbe passato nel dimenticatoio per lasciare il posto a sua maestà Campionato. E pensavamo anche al tempo passato - al troppo tempo passato - tra i campi del Tennessee della serie B, in provincia di Eboli, dove spesso il buon dio si è fermato, e quelli dove invece molto spesso la Bari se n’è tornata livida di cazzotti con dentro i borsoni un carico di umiliazioni.

L’eurostar correva senza fermarsi a Giulianova e il retropensiero era inevitabile: pensavamo a quante volte il treno si era fermato a San Benedetto del Tronto per trovare una coincidenza per Ascoli Piceno o a quante volte, per raggiungere Frosinone, si “tagliava” da Caianello con l’auto però, o ancora alle umilianti trasferte a Cittadella o in casa dell’Albinoleffe o le fermate a Rimini per incontrare Ricchiuti, Vantaggiato e i Malatesta, con puntatine cicliche alla ex “Fiorita” di Cesena, il tutto illuminato dalle luci di San Siro.

Prima in de bello clientelare poi Almiron

 Articolo per Bari Live 16/8/2009
E intanto è arrivato Barton
Prima in de bello clientelare poi Almiron
Il dopo Bari-Empoli tra speranze e realtà


Intendiamoci, la posta in palio era il Catania (con tutto il rispetto per i discendenti di Bellini e per Franco Battiato), mica la finale di Champion’s o il solito premio-Juve, ma una sconfitta casalinga così, sebbene ad agosto - strameritata - e per giunta ai rigori, lascia sempre un retrogusto di amarognolo con tracce di inevitabile pessimismo cosmico leopardiano. Ci fosse stato Antonio Conte si sarebbe incazzato moltissimo, ne siamo certi.

Ventura - che è un grande allenatore (oltre che un Signore con la S maiuscola) - che pur c’è rimasto male, non ne ha fatto un dramma. Anzi. Il buon “camallo” genovese sembrava paradossalmente felice, oltre che soddisfatto, della prestazione dei suoi ragazzi che in effetti, pur coi loro limiti, hanno dato tutto, dal momento che uscire dalla Coppa, di ferragosto, oltre a non esser la fine del mondo, ha messo a nudo carenze e limiti strutturali di questa squadra promossa in A attraverso la pagina di una fiaba di Andersen e, nello stesso tempo, lasciando un post apotropaico sulla facebook texano-japigina quasi a voler segnalare come in una metafora esopiana che, con questa squadra, non si va da nessuna parte e, come si dice, finché si è in tempo... E come dargli torto.

Bari, fra Japigia e Texas, passando per Bolzano

Articolo per BariLive 7/8/2009


La temperatura non era quella di Racines, il caldo si sentiva eccome, tanto che un lucido scirocco, a noi familiare, ma proveniente chissà da quale pertugio dolomitico, ci ha accarezzato sin dal nostro arrivo nel capoluogo alto-atesino senza, però, renderci zuppi di sudore, tutt’altro. Circondata da monti e dal verde accecante, non fosse stato per un costone roccioso - ovviamente verde - proprio di fronte alla nostra postazione in tribuna stampa al “Druso”, avremmo giurato di essere non qui ma tra Matera e Bari.

Ed invece si era in riva all’Isarco, nella gotico-teutonica Bozen, dove tutto sembra funzionare a meraviglia, persino i piccioni che, a quanto pare, stanno accovacciati per strada in attesa non si sa bene di cosa, quasi a voler mandare a dire ai loro omologhi baresi (che invece si accovacciano notoriamente solo in location più tranquille, normalmente, sui tetti) che anche per strada, da queste parti, è una panacea. Beati loro. L’atmosfera, però, non era la stessa di tante amichevoli viste fin qui.

Alessandro innocenti fa a botta e risposta

Articolo per BariLive 5/8/2009
Alessandro innocenti fa a botta e risposta 
Racines non ' certo l'isola del Diavolo, ma in ub certo senso i lavori forzati ci sono...

Il professore Alessandro Innocenti
assimigliante a Dega del film Papillon
In quella palestra, lo scorso anno, c’erano attrezzature all’avanguardia che in pochissimi si possono permettere in Europa, attrezzature facenti parte di un progetto ambizioso griffato “Gruppo Conte” che, come noto, è stato ridimensionato.

Erano le attrezzature con le quali il Professor – nonché marines - Giampiero Ventrone ha svolto la preparazione fisica che poi ha dato i risultati noti a tutti, oltre ad aver rimesso in sesto parecchi giocatori, a cominciare da Barreto, che sembravano spacciati o, quanto meno, che sembravano non poter reggere fino alla fine del torneo in quanto arrivati in ritiro già patologicamente messi male, come tradizionalmente accade di sovente alla Bari, quasi ad aver scambiato la Bari non un squadra-rilancio per costoro ma una vera e propria infermeria, ma questo è un altro discorso.

Tanta era la birra che avevano in corpo Barreto & C. che avrebbero potuto giocare per altri tre mesi mentre le altre squadre, lì, a boccheggiare, promozione a parte.

Bari: facciamo il punto mentre aspettiamo...Godot

 Articolo per BariLive 5/8/2009


Ventesimo giorno di ritiro, cinque amichevoli così così, senza infamia e senza lode, qualche riflessione è d’obbligo sulle cose che vanno e su quelle che non vanno. La squadra è formata da molti giocatori nuovi che hanno lavorato bene durante il ritiro e che hanno regalato anche buoni sprazzi di gioco. Alcuni purtroppo si sono fermati, altri sono in via di guarigione, altri ancora ne avranno per qualche mese.

Molti a Bari sono scontenti e i più delusi lo danno già per spacciato. Conte e la sua querelle, sono sempre nei loro pensieri (e come dargli torto, dopo che ci ha regalato una promozione epica) ma - detto tra di noi - come per lo scorso anno, nonostante il nostro proverbiale anticonformismo, siamo avvolti da una coltre di moderato ottimismo proprio perché, mutuando una celebre frase di De Andrè, possiamo affermare che “dai diamanti non nasce niente, è dal letame che nascono i fior”.

Noi che abbiamo assistito al ritiro abbiamo visto esperienza (e tanta: molti sono gli over 30) che alla lunga si rivelerà determinante per l’economia del torneo. Sicuramente manca qualcosa, ma diamo per scontato che, trattative di vendita a parte, sia solo questione di ore per l’arrivo di qualche giocatore di qualità.