Sulle ali dell'angelo dal Gargano all'Europa

Articolo pubblicato su BariSera il 12/9/2008

Si chiama "Custos - Sulle Ali dell'Angelo dal Gargano all'Europa" il progetto curato dal Prof. Giorgio Otranto e dal giornalista Raffaele Nigro, regista del bellissimo documentario, e realizzato dalla sinergia Università-Politecnico ed altri enti pubblici e privati i quali, attraverso tecniche multimediali all'avanguardia e una forma di edutainment, intendono salvaguardare la tradizione culturale-religiosa garganica la quale, grazie alla sua replicabilità, si propone anche in altri contesti culturali.

Il Rettore Corrado Petrocelli, nel dare il benvenuto ai presenti al convegno svoltosi stamani nell'auditorium Quacquarelli del Dipartimento di Studi classici e cristiani dell'Università di Bari, ha ricordato che Custos, acronimo di Cultura Universitaria Storia Tecnologia Organizzazione Spettacolarizzazione, richiama il "Custode",  ovvero l'Angelo Michele, presente nella storia cristiana.
Di origine orientale e venerato tanto da religiosi bipartisan, San Michele ebbe un culto fiorente in Puglia a Monte Sant'Angelo al punto che, intorno alla metà del VII secolo, i Longobardi che abitavano il Sannio lo scelsero come santo nazionale.


Un "San Nicola d'Occidente", insomma, considerato il notevole flusso religioso proveniente, però, da nord-ovest che lo avrebbe reso, poi, internazionale grazie alla sosta dei popoli nordeuropei.
Si percepì, quindi, l'esigenza di dotarsi di un santuario autoctono da erigersi oltralpe e, esattamente 1300 anni fa, il vescovo di Avranches in Normandia, Oberto, grazie a degli emissari inviati in Puglia per capirne di più, ne eresse il famoso santuario di Mont Saint-Michel, detto anche "au péril de la mer" a causa del noto fenomeno dell'alta marea che ne rende pericolosi l'accesso ed il deflusso, località molto più gettonata rispetto al santuario pugliese, particolare sottolineato dall'ex direttore della Gazzetta Lino Patruno il quale ha colto l'occasione per evidenziare il problema del trasporto locale ultimamente resosi ancor più difficile a cause di scelte del Governo.

Un filo diretto, dunque, tra Gargano e Normandia all'interno del quale passano filamenti di fede e di cultura riscontrabile attraverso tracce agiografiche ed iconografiche relative ai due santuari ma anche nei racconti dei viaggiatori di tutte le epoche che poi si imbarcavano per la Terra Santa.

Milletrecento anni l'età di Mont Saint-Michel nel segno di un rapporto continuativo con l'omologo garganico tanto da essere celebrato quest'anno con alcune iniziative scientifico-culturali che hanno impegnato francesi e italiani come, ad esempio, in un convegno che avrà luogo in Normandia a fine mese.
Sul finire del X secolo, a metà strada tra Gargano e Normandia, esattamente in Val di Susa sul Monte Pirchiriano, fu costruito un terzo santuario dedicato all'Arcangelo, noto col nome "Sacra".
Ed è proprio a questa trilogia di santuari micaelici, per giunta uniti in una ideale bisettrice geografica, che è dedicata la mostra “I tre monti consacrati a San Michele, Storia e iconografia” inaugurata appena dopo l'interessante dibattito.

Lo studioso tedesco dell'ottocento Ferdinand Gregorovius ha definito il santuario garganico come "metropoli del culto dell'Arcangelo in Occidente" e, in effetti, la storia che dura da quindici secoli è lì a dimostrarlo tanto che ancora oggi, il santuario garganico, ancora intatto tra le sue pietre tracimanti di storia, forse in condominio con quello di San Pio, è il più importante della Puglia.

Relativamente al percorso religioso che unisce i punti nevralgici micaelici italiani (Cividale del Friuli, Spoleto, Melfi, Salerno e Monte Sant'Angelo), esiste una richiesta da parte del team di studiosi di San Michele volto a far parte del Patrimonio dell'Unesco anche se si tende a valorizzare tutta la trilogia santifica San Nicola, San Pio e San Michele, autentici punti di riferimento della religiosità regionale.

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