Bari - Avellino

Articolo per BariLive 15/3/2009

Ma che bell Bari...
degno di glorie che sembravano ormai affidate alla memoria più lontana


Pista! Fate largo alla capolista! E questa volta senza proferire la benché minima parola! Ieri il Bari di Antonio Conte ha vinto convincendo anche i più scettici perché al di la di qualche manovra sterile, i biancoverdi irpini - tutt’altro che lupi - non hanno fatto vedere un gran che.

Insomma, vittoria assolutamente strameritata ma soprattutto non sofferta e dimostrazione che lassù non si assolutamente per caso. E nemmeno per volere di qualcuno. Si d’accordo, l’Avellino ha giocato per gran parte del secondo tempo in dieci uomini, ma il Bari di ieri ha dimostrato forza, tecnica da vendere e, a tratti, anche spettacolo con colpi di tacco sempre riusciti e giocate sopraffini vagamente retrò.
Una dimostrazione plateale che quei 31 punti di differenza tra galletti e lupi ci sono tutti nonostante i proclami spocchiosi dell’allenatore campano Campilongo il quale, prima di mettere piede nel bus che l’avrebbe portato a Bari, ha dichiarato di sapere come battere il Bari in quanto lo aveva già battuto all’andata. Povero illuso. Non sapeva che il Bari di questi tempi è un cingolato, un tritasassi mai visto da queste latitudini in tanti anni da quanti, come noi, masticano bocconcini, moto spesso amari, biancorossi da 40 anni come tifosi, prima, e come giornalisti dopo. E si, perché di un Bari protagonista di scalate memorabili, sebbene poche, dalle retrovie fino a trionfali promozioni, la mente dei vecchi canuti come noi contiene immagini ancora nitide e ben scalfite, talune anche in bianco e nero ed alcune addirittura color seppia, ma di un Bari piazzato lì, primo in classifica da tempo, adesso addirittura con intenzioni di creare un vuoto con le inseguitrici, proprio, non lo ricordavamo a memoria d’uomo.

Nemmeno il celebre duello col Genoa del professor Scoglio fu così avvincente. Dovremmo scomodare, forse, i figli o i nipoti di Raffaele Costantino o di Cesarino Grossi: solo loro potrebbero delucidarci su possibili gesta analoghe. Sui quotidiani di oggi un po’ tutti all’unisono danno un otto a Barreto. Giustissimo. E quel suo gesto di disapprovazione, allorquando Conte lo ha fatto uscire senza tanti panegirici con l’idea di preservarlo per le prossime uscite ravvicinate, vogliamo decodificarlo come un messaggio ai vertici della società perché, caro Presidente, se vuole regalarci una serie A dignitosa, con camera con vista in Europa e non nelle solite bolgie dantesche di Bergamo, Siena e Palermo da sempre avare di soddisfazioni, conditio sine qua non sarà cercare di contrattualizzare Vitor Barreto. Da lui dovrà partire l’allestimento della squadra della A, ovviamente insieme allo zoccolo duro della stessa.

E’ un giocatore che ha dimostrato di essere sprecato per la platea della B. Quindi 8 a Barreto? Noi allora diamo 9 a Conte per la sua scelta, magari impopolare ma assolutamente saggia, oltre che per la sua bravura. Quanto al 10 e lode aspettiamo il 31 maggio… E adesso alla conquista della Maremma!
Massimo Longo


Dovremmo scomodare, forse, i figli o i nipoti di Raffaele Costantino o di Cesarino Grossi: solo loro potrebbero delucidarci su possibili gesta analoghe
Collega ed amica Fortunata Dell'Orzo fa una considerazione sull'editoriale


Massimo e i lupi avellinesi

Se tutti scrivessero di calcio come fa il mio collega e amico Massimo Longo, credo che intanto avremmo più appassionati in giro e poi avremmo anche meno inciviltà sugli spalti. Considero il giornalismo sportivo non una variante minore del giornalismo tout court ma una frequenza diversa e necessaria, fra le armoniche che compongono la ben temperata arte della scrittura finalizzata all'informazione.

Per questo mi piace segnalare a tutti di leggere con attenzione questo pezzo, magari di rileggerlo: specie se avete velleità di scrivere di calcio. Lo dico senza timore di essere smentita se non da quei due o tre decerebrati cui importa solo il risultato e qualche altro dato "tecnico": troppo spesso di scrive di sport perchè in realtà non si sa scrivere di nient'altro. E in questi casi non si scrive bene neanche di sport.

Massimo, invece, riesce sempre a riconciliarmi con lo sport, con il calcio e soprattutto con questo Bari che sembra deciso a farci sorridere dopo, appunto, troppi sospiri a naso in su. Contemplando una vetta dove c'era sempre qualcun altro (fd).

Nessun commento:

Posta un commento