Tra la Via Emilia, un bastardo posto e la serie A.

Articolo per BariLive 9/03/2009

Sassuolo - Bari

Quando siam venuti a conoscenza della promozione del Sassuolo in B, non ci siamo rimasti gran che bene, lasciandoci quel retrogusto di infida profezia misto a paure, forti e memori di precedenti ”Caporetto” griffate Alcamo, Marsala e, ultimamente, Albinoleffe e, appunto, Sassuolo con lo 0-3 di qualche mese fa, tutte metafore che guardano al baratro ben mimetizzato da prevedibili chiacchiere da bar che costringono, invece, ad accedere nelle celle buie e puzzolenti della paura.

E, giusto per rendere l’idea con chi, un tempo non remoto, il Bari se l’è vista, ecco una mini lista di squadre dell’assurdo: Licata, Alcamo, Rende, Marsala, Foligno, Castel di Sangro, Genzano di Roma, Francavilla al Mare, Pagani, a cui si va ad aggiungersi il Sassuolo che, onestamente, ci mancava…
Il Sassuolo che gioca le sue gare interne al “Braglia” di Modena - che non è San Siro - non ha pensato di ascoltare il parere di agronomi per salvaguardare il manto erboso calpestato, appunto come a Milano, una volta a settimana, rendendolo davvero in uno stato pietoso.

Altezza, più o meno, tra una Via Emilia e il West della A, piccola città bastardo posto, Modena appunto, in una notte, quella di ieri, trapuntata di bianco-rosso in ogni angolo di strada pavimentato dai tradizionali ciotoli di fiume che con quell’humus di antico rendono l’atmosfera di una bellezza indescrivibile, dove all’ombra di una Garisenda invisibile, avvolta anche ieri dalle puntuali impalcature che non rendono giustizia al suo splendore, una sbuffante e animalesca Locomotiva-Bari di gucciniana memoria, ha davvero stritolato la squadra neroverde, Mapei inclusa, vendicando quel cazzotto allo stomaco dell’andata dello 0-3 e forse facendo svanire ogni sogno sassuolese. Forse i locali ancora impiastrellatisi tra le loro celebri ceramiche, hanno creduto di poter bissare lo scacco al San Nicola. Invano. Non hanno fatto i conti con il Caterpillar bianco rosso che, di questi tempi, è un po’ come Attila.

Anche ieri durante la prima parte della gara il Bari è apparso impallato finendo per porgere il fianco ai neroverdi fino a quando quell’elegia calcistica targata Kutuzov-Barreto, ottimizzata poi in gol, non ne ha sancito la supremazia assoluta. Con un Gillet davvero strepitoso, insieme a Kutuzov il migliore in campo, e un De Vezze formidabile, che nel 3-1 ha scaricato tutta la rabbia fin qui accumulata, crediamo di non raccontare eresie se affermiamo che il Bari, ieri, ha davvero ipotecato qualcosina in chiave promozione diretta. Quella traversa colpita da Guberti che sta ancora tremando, quelle 3 occasioni nitide gol sfumate, il dodicesimo risultato utile consecutivo iniziato, guarda caso, proprio da Modena alla vigilia di Natale scorso, sono tutti ingredienti che hanno trasmesso alla squadra di Conte la consapevolezza di essere grandi, di essere finalmente “il Bari” agognato da tempo, un Bari capace di gestire e mettere la museruola a situazioni apparentemente difficili. Lo abbiamo sempre detto: non sappiamo se e quanto, l’estate scorsa, sia stata studiata a tavolino questa fantastica cavalcata, anzi, le notizie provenienti da Via Torrebella avrebbero smentito presunte programmazioni dal momento che hanno sempre detto, e fatto ribadire da Conte, che l’obiettivo di quest’anno era solo quello di divertire e far tornare più gente allo stadio: missione riuscita. E’ vero che c’è molto di Conte, da un po’ di tempo a questa parte troppo sanguigno, ma non possiamo dimenticare che dietro le proverbiali quinte, lavora un’equipe di persone preparate e all’altezza della situazione. Il Prof. Ventrone su tutti che lavora sotto traccia di cui siamo stati testimoni sin da luglio in sede di ritiro, ma insieme a lui ci sono i preparatori, il fratello di Conte, Gianluca, Anellino, il medico Pizzolorusso, Tavarilli che con le sue relazioni rende più facile la preparazione di Conte, Gresi i massaggiatori, insomma un team efficace i cui risultati torneranno utili ai primi caldi quando ci sarà da scalare il “Pordoi” della A.

Infine i tifosi. Con la tv ormai a portata di tutti, nessun gruppo si azzarda a sfidare 1700 km in 24 ore, nonostante i disagi provocati dalla Diga di Occhitto e l’orario tardo-domenicale: solo quelli del Bari che, in 3000, ieri hanno invaso pacificamente Modena dipingendola di biancorosso lasciando delle immagini indissolubili quasi callimachee di cui nemmeno i locali sostenitori si rendevano conto, tifosi baresi che, anche allo stadio, hanno surclassato quelli neroverdi. A fine gara, quando le luci del palcoscenico lasciavano il posto alla notte biancorossa, ecco il tradizionale carosello di auto impazzite con tanto di vessillo biancorosso quasi a voler metaforicamente marcare il territorio anche da queste parti. Chapeux, dunque, magico Bari! E che Nessun Dorma!

Massimo Longo

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