Bari Calcio: una rosa un po' troppo "spampanata"

Articolo per BariLive 30/7/2009

Barreto è out per l'amichevole con il Lumezzane
Bari Calcio: una rosa un po' troppo "spampanata"

E’ dal rientro dai due giorni di vacanza che gli allenamenti si protraggono fino alle ore 20,30 inoltrate. Ventura vuole essere chiaro coi suoi, cerca di far capire i propri insegnamenti ai calciatori molti dei quali, lo ricordiamo, si apprestano a calcare i palcoscenici della A per la prima volta, alcuni, addirittura, ci hanno messo appena il muso ma, evidentemente, non erano ancora pronti (o molto più semplicemente, non erano idonei), fatto sta che sono mestamente e significativamente ritornati in B in attesa della cosiddetta “seconda possibilità” che, come noto, non si nega a nessuno anche se l’età incalza, ma tant’è. Meno male che anche Ventura la pensa come noi circa la rosa a disposizione, altrimenti chissà cosa direbbero i cosiddetti tifosi provocatori da tastiera.


Da Ventura fuoriesce un mix di sentimento paterno, di abnegazione al lavoro, di esperienza ma anche di umiltà e rimaniamo piacevolmente impressionati nell’assistere, a volte, persino a pillole di saggezza. Lo si evince ogni qualvolta il mister genovese si rivolge a qualcuno dei suoi, rei magari, di non aver messo in pratica un suo insegnamento, rimproverandoli per poi, alla fine degli allenamenti, abbracciarli. Non ci lascia indifferenti la scena da libro cuore allorquando si siede con loro per terra sul campo da gioco per catechizzarli, quasi a voler far capir loro che, in fondo, il suo tono alterato di prima era solo un modo per spronarli a far meglio e per il loro bene. Lo abbiamo visto fare con Alvarez, poi con Bonucci e poi anche con Ranocchia ma siamo certi che il sermone non finirà a costoro. Ben venga, dunque. Come dire: stima e rispetto verso i ragazzi c’erano e rimarranno sempre. Davvero un uomo straordinario con dei valori come pochi che “stonano” in questo strano mondo del calcio.

E solo chi è qui, in ritiro, a seguire le vicende del Bari, chi assiste a certe scene, chi percepisce umori, gioie, malumori, impressioni, cali di tensione, chi scruta volti oscuri e tristi e, di colpo, poi brillanti, può capire e - permetteteci la presunzione - anche giudicare a differenza di qualche tifosino maleducato, viziato e presuntuoso da tastiera che, col solo obiettivo di mettersi in competizione (peraltro male) con gli addetti ai lavori, si diverte a screditarli. Pietà per loro. Solo chi è qui facendo sacrifici di varia natura, privandosi degli affetti più cari, chi assiste due volte al giorno alle sedute può capire. Che vengano pure qui, costoro, a rendersi conto delle cose che scriviamo: sono impressioni, idee generate dal momento, da certe situazioni. Ovvio che, come nella vita, tutto può essere ribaltato ma al momento quello che vediamo e scrutiamo tendiamo a metterlo per iscritto così da rendere una informazione equilibrata e soprattutto vera, reale e non soggettiva. Il calcio non è una scienza esatta, tutto è suscettibile di cambiamento d’opinione anche se, con tutta obiettività, a volte la prima impressione è quella che conta e che fa, scusate il gioco di parole, tornare i conti. E ne avremmo di esempi da fornire.
Ieri, dopo il varo dei calendari atteso da tutto l’ambiente, abbiamo ascoltato Ventura che, come sempre gentilissimo e disponibilissimo, ci ha rilasciato una breve dichiarazione.

-Allora, Ventura, una prima impressione sul calendario.
“Sono contento, è la partenza che volevamo, tutto bene quindi, non mi lamento di niente”.
-Ha in mente di come fermare Eto’o e Milito?
“Mah, gli parleremo e gli chiederemo come. Scherzi a parte, il Bari deve pensare alle proprie capacità, alle proprie conoscenze, alle proprie potenzialità e deve sapere che non c’è una partita facile, però se vuole, può ottenere risultato contro chiunque. Basta un po’ di convinzione”.
-Manca sempre qualcuno nella rosa, secondo lei?
“Guardi, bisogna che parli con Perinetti. E’ chiaro che il mercato è ancora aperto, ci sono ancora, ad esempio, uno-due giocatori della difesa assolutamente da prendere. Ne abbiamo tre, ce ne vogliono minimo quattro, quindi uno almeno in assoluto è necessario. Però qualcosa arriverà, penso martedi, ma chi, come e quando non so, bisognerà che parli con lui”.
E mentre anche da qui si percepisce un certo lassismo societario, segno, forse, che la trattativa per la cessione è ad un punto fondamentale, come abbiamo già detto in mattinata, Barreto non si è nemmeno spogliato. Il problema muscolare che lo ha messo “out” per tutta la preparazione dello scorso anno con Conte, si è riacutizzato. Il Dr. Pizzolorusso lo ha accompagnato subito all’ospedale di Bolzano per accertamenti. Domani ovviamente non sarà della partita col Lumezzane così come non lo sarà Paro: l’ex juventino, in mattinata durante la partitella, è uscito dal campo dopo un normale contrasto di gioco con il ginocchio “sano” gonfio. Fasciato subito, messo a riposo, solo molta paura per il ragazzo che ne ha passate di tutti i colori. Tra oggi e domani se ne saprà di più circa l’entità dell’infortunio.
Una considerazione ci viene spontanea a proposito di quello che dicevamo prima: avevamo, ancora una volta, ragione, dunque, quando l’anno scorso sostenevamo che appariva, come dire, “strano” che l’Udinese si stesse privando di un giocatore come lui… così come appare, invece, molto meno strano il secondo rifiuto dell’Udinese nel trattenerselo quest’anno dopo la fine del prestito. Dunque non centrava Ventrone e i suoi metodi “duri”. La stessa cosa vale anche per il bravo regista juventino: fino a quando non la si smetterà di acquistare giocatori seriamente a rischio, bisognerà mettere sempre in preventivo il riacutizzarsi di recenti malanni ma poi, per favore, che nessuno si lamenti, che la si pianti nell’infangare chi dice verità sacrosante constatando ed elaborando certi eventi e, soprattutto, che nessuno provochi scioccamente. Si andrà tutti più accordo. A buon intenditor poche parole. Massimo Longo

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