Bari Empoli

 Articolo per BariLive 5/5/2009

Bari respira la A, cogliendo un attimo dopo l'altro
...pensando alle prossime battaglie più la promozione


Partiamo subito con un dato di fatto: il gol di Barreto andava convalidato perché assolutamente limpido e il rigore su Lanzafame c’era, eccome. Peccato che l’arbitro e il guardialinee non se ne siano accorti. A quest’ora saremmo già in A e la festa sarebbe andata in onda per la gioia dei tifosi e qualche TV, come dire, un po’ troppo invadente, tentacolare, con manie di spettacolarizzazione che divorano altre che badano più all’evento di per se. Ben le sta. E poi, diciamocelo con tutta franchezza: non avrebbe avuto senso festeggiare sabato scorso sperando sulle disgrazie altrui così come non avrebbe senso festeggiare venerdì prossimo sperando nelle disgrazie del Livorno. No, non c’era e non ci sarà gusto. Che la festa prosegua, sine die.

La promozione, intendiamoci, non ce la leva nessuno ma quella gambina birichina del difensore empolese sul tiro di Ranocchia sul finale, non sarà, forse, causa degli dei di Olimpia che ci stanno osservando un po’ troppo? Il momento era atteso da una decina d’anni più o meno. Tutto era pronto per l’esplosione del vulcano Bari, spento come il Vesuvio da troppo tempo e che, dopo aver sparso qua e là, in illo tempore, lapilli e lava illusorie di una serie A ormai solidificatesi, sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro. E non è apparso inosservato uno strano fenomeno accaduto in città.
Abbiamo assistito a diverse promozioni del Bari in A ma nessuna uguale a questa che ha sancito una inedita supremazia: eppure nelle precedenti, non appena si inspirava odor di braciole al sugo di serie A, almeno nei quartieri popolari, si andavano man mano colorando di “ciarpame” biancorosso, per dirla alla Berlusconi. Come è strana la vita a Bari. Quest’anno, invece, che la serie A si respirava da tempo, hanno fatto apparizione solo timidamente due bandierine stipate fuori dall’edicola di Tonino ed un’altra fuori dalla tabaccheria di Maria, vedova del mitico tabaccaio Angioletto.

E sembravano addirittura nemmeno tanto convinti ma solo sospinti, forse, dal vento dei forum baresi e dagli inguaribili animi dei ragazzini stupiti da tanto silenzio precedente. Solo da 72 ore, infatti, la città ha cominciato a colorarsi di biancorosso un po’ dappertutto, pure in provincia, a Bitritto in particolare come ci segnalano informatori preziosi. Come mai? Forse appagamento? Si attendeva la matematica? No, in altre occasioni molte strade erano già addobbate. La crisi? Macchè, non prendeteci in giro. Dieci milioni in viaggio nel ponte del primo maggio stroncano questa ipotesi. Optiamo per una soluzione, o forse più di una. La prima quella per cui il barese, capace di moltiplicarsi improvvisamente in maniera esponenziale solo in determinate occasioni, col solito piglio scaramantico-medioeval-borbonico - contando tradizionalmente da uno fino a tredici e mezzo, vive l’attimo oraziano, ovvero il presente (il celebre carpe diem), inconsapevole del fatto che esiste un finale della frase del poeta venosino, ovvero “quam minimum credula postero”, vale a dire, confidando il meno possibile nel futuro. Povero Quinto Orazio Flacco da Venosa! Ai suoi tempi, in effetti, c’era solo da vivere l’attimo a causa degli agguati, dei torti, delle congiure come quelle di Catilina e delle ingiustizie che erano dietro l’angolo. Non certo esisteva un Matarrese, un Parma o un Empoli all’epoca. E’ così da tempo su tutti i fronti per il popolo barese assolutamente incapace di pensare al futuro, forse per questioni storico-antropologiche, che vive questo momento come il sogno di una vita, un matrimonio di una figlia, un bimbo concepito, una somma ingente trovata per strada senza. I tifosi vivono gustandosi e vivendo solo in funzione della festa che, ahinoi, non c’è stata e non in funzione del significato della vittoria di un campionato e dell’immediato futuro che la storia (mica noi) insegna che è sempre stata nebulosa e votata all’improvvisazione. Poi un’altra ipotesi: quella per cui il barese, dopo 33 anni di matarresismo, non si fida più e sa che i vari Ranocchia, Barreto, Guberti e quanti altri, torneranno miseramente al mittente, Conte incluso che tornerebbe a casa sua. Ma qui permetteteci, quanto meno, di spezzare una lancia in favore della società: forse dimenticano, costoro, che a differenza dell’anno di Platt, dove il presidente, morso da una improvvisa tarantola di grandezza, volle fare le cose per bene convinto di essere circondato da personaggi capaci (tanto è vero che, poi, fu serie B), quest’anno ha un certo Giorgio Perinetti come braccio destro, capace di tutto. Lasciateci illudere che egli possa compiere qualche ulteriore miracolo volto ad un campionato più che dignitoso in A. A cominciare dal trattenere Antonio Conte a tutti i costi e con lui Barreto e Ranocchia, tanto un altro Guberti si trova. E allora che facciamo? Vogliamo accettarla, pur non condividendola, la filosofia oraziana? Quanto meno cerchiamo di trarne vantaggio in considerazione del fatto che il tifoso si accontenta di poco, anche di un idolo a tempo (Barreto) e come lui, molti giornalisti sportivi locali, ormai, come dire, oraziani a tutti gli effetti, magari forse anche un po’ forzosamente.

I quasi 200 mila spettatori delle ultime 4 partite in casa, la fortuna, il capitale quasi marxista che si trova tra le mura, devono pur far capire qualcosa alla dirigenza. Qualcosa in più si può e si deve fare per questa città metropolitana, non si può ancora vivere di pane ed improvvisazione: una serie A così inaspettata capitano una tantum, mica sempre. Dopo 101 anni di vita. Adesso, tra l’altro, la serie A sarà selettiva, mica come quelle viste fin qui. Insomma, un Bari coperto di soldi erogati da più rubinetti devono far invertire la rotta a Matarrese. Basta con le improvvisazioni, del resto nessuno vuole competere con Berlusconi e Moratti, ognuno ha le proprie Veroniche. Ci basta molto di meno, anche una semplice Maria. Adesso via coi festeggiamenti, il sacro che si mescolerà col profano. San Nicola e Piacenza dovrebbero poter fondersi nella settimana prossima con la promozione matematica. Bari vai avanti, vai…
Massimo Longo

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