Bari in A: tutti sul carro...del vincitore

Articolo per BariLive 10/5/2009


Mai vista tanta gente. Davvero. Nemmeno in occasione delle notti bianche. Ieri c’è stato davvero un esodo biblico sull’asse Aeroporto – Prefettura - Teatro Margherita quasi fossero i Beatles o i Rolling Stones le guest stars, e non Gillet & C. Crediamo di non esagerare se parliamo di oltre 150.000 persone traboccanti di sincero entusiasmo e profonda emozione con dentro una voglia di festeggiare, ormai, atrofizzata nella cella-ventricolo due cm. per due cm. della Guantanamo barese.

Certo, San Nicola, notoriamente amico dei forestieri piuttosto che dei baresi, ha dato il suo contributo ma a guardarli, donne, nonni, bambini, gente che, forse, non sapeva nemmeno chi fosse Joao Paolo, Florio e Barreto, tutti hanno reso un tributo sincero alla mitica capolista che sin da sabato alle ore 23, se n’è ufficialmente e definitivamente andata in A facendo marameo a tutte le altre 21 mediocri partecipanti, Parma esclusa. E strameritatamente.

Forse ammettere di essere emozionati è un eufemismo perché, a guardare momento per momento cosa è successo ieri, c’era da rimanere davvero rabbrividiti soprattutto se a muoversi nella mente, come in un film, erano i fotogrammi di questa cavalcata attraverso gli stadi italiani a cui abbiamo personalmente assistito, per non parlare del passato remoto. Mai visto tanto entusiasmo, mai viste tanto biancorosso, tanta spontaneità, tanta attesa tra i tifosi. Si vedeva da un milione di chilometri che dovevano e volevano “sfogare” i loro istinti gioiosi strozzati tra i bilanci di Via Torrebella, come cripticamente ammesso anche dallo stesso Matarrese, visibilmente emozionato e incredulo da tanto entusiasmo, quando ha parlato di “prezzo che dovevamo pagare e abbiamo pagato”, idealmente perdonato anche per qualche celebre battuta infelice di troppo rilasciata tempo fa riferita ai tifosi che, si sa, dimenticano in fretta… E questo, in sede di programmazione, dovrebbe far capire tante cose a cominciare dal fatto che, chi gestirà il Bari, potrà contare su un bacino d’utenza che non ha eguali in Italia e forse, nemmeno in Europa.

Si diceva dell’arrivo all’aeroporto dove cinquemila tifosi stipati in ogni dove (non esageriamo se ipotizziamo qualche infiltrato finanche nella torre di controllo), hanno atteso l’arrivo del charter ATR proveniente da Parma con su la squadra barese, e noi alla ricerca di una location adeguata per catturarne le immagini e poterle raccontare. Attraverso alcuni calcoli avulsi tattico-geometrici partoriti dall’esperienza di tanti viaggi con la sua squadra, ma soprattutto scaturenti dal fumo piacevolmente nauseabondo del suo immancabile sigaro, quello di un eroe biancorosso d’epoca, di un eroe, occasionale goleador, in quella Florentia medicea di Coppa Italia di 25 anni fa, di un difensore d’altri tempi, di un eroe “bolchiano” chiamato Salvatore Guastella, casualmente vicino a noi a seguire le fasi dell’arrivo, si è didascalizzata l’idea di spostarci dal comodo terrazzo aeroportuale verso una meno agevole rampa d’accesso aeroportuale, sicuramente più efficace dal punto di vista professionale. Decisione quanto mai azzeccatissima. Pazienza per il sigaro che, con tutta onestà, avremmo volentieri calpestato sotto i piedi…

Avremmo voluto esserci anche noi su quell’autobus, lo confessiamo, non foss’altro perché insieme ai soliti media-partner che ne coordinano qualsiasi evento imponendo ai telespettatori un certo format - per carità, con tanta professionalità e passione (pensiamo, su tutti, a Michele Salomone da 35 anni in avanscoperta, da Trapani negli anni 70, passando per Licata negli anni 80 fino a Piacenza ieri) - ci abbiamo creduto anche noi, e con noi anche altre realtà mediatiche locali, sin da Ridanna, partecipando al ritiro di luglio scorso sia pur per lavoro ma dentro di noi con l’animo del tifoso qualsiasi. Avremmo potuto occuparci di altro ed invece abbiamo dato fiducia, per l’ennesima volta, al Bari. E siamo stati premiati, si, ma solo dal risultato calcistico ottenuto perché quell’autobus da vetrina gaudente per i tifosi impazziti, si è trasformato in vetrina silente elettorale con tanti, troppi, volti candidati alle prossime elezioni. Ci va bene lo stesso, ma almeno un poster, anche selvaggio, potevano affiggerlo da qualche parte, oltre al fatto che, una stretta di mano sentita per un sincero “grazie” a Conte, a Perinetti e a Gillet e, perché no, anche al nostro presidente, l’avremmo data volentieri anche noi.

Partita strana, ieri, quella allo stadio piacentino, una passerella più che altro, davanti a 3000 baresi, autentici padroni di un Garilli, come tanti stadi visti quest’anno, abulico dal contesto, silente e stupito da come potesse, una tifoseria, raggiungere quorum inauditi in trasferta. Ah! Sapessero…i piacentini delle nostre risorse inesauribili…

Conte, dopo aver assistito alla vittoria della Triestina - da ieri ufficialmente nei nostri cuori di tifosi - e dopo aver riversato ettolitri di champagne sul capo di Salomone, ha deciso di portare la squadra in discoteca. E lo si è notato subito in campo tranne che nei primi dieci minuti dove ha giocato, più che bene, oseremmo dire d’inerzia. Bari, subito dopo, senza mordente, praticamente quasi sempre in balia dell’avversario, mai in pressing, con un miracolato Edusei, apparso “improvvisamente” in forma fisica essendo partito dall’inizio, con un Santoni travestito da Gillet in più di un’occasione, con Colombo - oltre 3000 amici su facebook tra persona fisica e gruppi vari - amico degli ultrà baresi che dopo il gol si è candidato ufficialmente a capo Ultras, visto l’abbandono del suo leader storico per motivi elettorali.
Peccato peri tifosi-eroi di Piacenza: non ce l’hanno fatta ad arrivare in orario. Dispiace perché la festa era soprattutto loro. Ma siamo certi che siano stati loro a non arrivare in orario …?

Nel frattempo comincia già la programmazione per una serie A da vertice, altro che la richiesta di comproprietà per Barreto e Guberti: Antonio Matarrese, ex potente del calcio mondiale, si candiderà, nel PdL, a consigliere al Comune di Bari, mentre Alberto Savarese, ormai ex capo Ultras, invece, da qualche parte nello schieramento avverso. Auguri ad entrambi e, consentitecelo, mai come in questo caso, siamo speranzosi in un clamoroso inciucio volto alla riconferma almeno di Conte…
Poi dicono i malpensanti che nel Bari non c’è mai programmazione… L’anno prossimo sarà Champion’s!
Massimo Longo

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