Bari, sotto la città. Nei luoghi dove è custodita la memoria

Articolo pubblicato su BariSera il 31/3/2008

Dalla stratigrafia emersa durante gli scavi degli ultimi dieci anni nella città antica di Bari è emersa una vera e propria miniera di informazioni, sulla storia barese dall'età del bronzo fino al periodo bizantino dove chiese e icone sono emerse. Una città apogea contrapposta ad una ipogea inglobata tra le mura e divisa dal calpestio urbano che attende di essere riportata alla luce con l'arduo compito di fondersi col presente.

Bari, sotto la città - luoghi della memoria opera curata alla perfezione dalle nostre archeologhe Francesca Radina e Maria Rosaria De Palo, sostenuto dalla Fondazione Caripuglia del suo presidente prof. Castorani, edito da Adda, è l'aggiornamento del prezioso catalogo uscito nell'88 Archeologia di una città" - Bari dalle origini al X secolo, dove si vuole fare il punto sullo stato della ricerca archeologica nella città vecchia, attraverso testimonianze di archeologi presenti agli scavi, partendo da Palazzo Simi passando attraverso le recenti scoperte e finendo agli scavi di Piazza San Pietro, di Santa Scolastica e di Corso Vittorio Emanuele dove sono state rinvenute mura sovrapposte ad altre ellenistiche di cui si ignorava l'esistenza attraverso il cui studio è stato possibile aggiungere pezzi al mosaico peuceta sino allora conosciuto solo attraverso la costa e le necropoli.
Il desiderio di sapere come sono andate le cose nella notte dei tempi dalle parti di Piazza San Pietro - dove, come noto, è sorto il primo nucleo barese - è enorme. Si sogna ad occhi aperti su quel che succedeva in età del bronzo e nel medioevo: si può persino intuire cosa mai si saranno detti durante una "vasca", magari sottobraccio come due vecchi amici che percorrono una via Sparano d'epoca, Papa Urbano II° e l'Abate Elia sul Concilio di Bari tenutosi nel 1098 o che giudizi avranno espresso su quei 62 marinai baresi, intenti a trafugar ossa in Asia minore. Una città già all'epoca abbondantemente globalizzata per il tourbillon di eventi epocali accaduti, dall'età del Catapano ai Pellegrini, dai mercenari agli schiavi, da qui la nascita dell'archeologia urbana, vera e propria disciplina mirata all'intervento nei centri storici per documentarne origini ed evoluzioni morfologiche per salvaguardare il passato, altrove in Europa parecchio avanti rispetto a noi da dove si dovrebbero mutuare le strategie di applicazione anche se, nonostante i soliti intoppi logistici-tecnologici-burocratici, la resa barese è stata ottima. Al tavolo, insieme al Sovrintendente Andreassi e il moderatore Raffaele Gorgoni della Rai, tre insigni professori universitari pugliesi di archeologia, Volpe, Semeraro e Todisco, che all'unisono hanno manifestato la necessità di accorciare i tempi per la realizzazione del polo museale di Santa Scolastica di cui si parla da tempo ma che sembra sia rimasta solo un'idea. L'assessore alla cultura Laforgia, presente all'incontro, ha assicurato il suo interesse perché Bari non può rimanere fuori dal circuito storico archeologico. L'archeologia urbana al servizio della città per definire il senso del passato per poter affrontare meglio quello del presente educando il cittadino all'alterità, ovvero a ciò che si distingue dalla realtà. Un'opera da non perdere assolutamente nelle biblioteche baresi.

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