C'è poco da festeggiare, è inutile nasconderlo, Avellino ha dato il ko tecnico. Tutto è pronto nell'improvvisato tempio barese del musical e dei concerti che, per una volta, lascia il posto ad un momento celebrativo sebbene discusso e controverso. Si è pensato di accontentare, qua e la, le molteplici memorie storiche degli stanchi tifosi baresi che assisteranno all'evento incollati alla TV, facendo partecipare tanti giocatori del passato remoto e recente anche per applaudire l'opera del maestro Gianni Antonucci, mai come questa volta "omnia" in senso lato in quanto il Bari, perennemente al secondo piano della sua centenaria e metaforica ascensore, compie 100 anni.
Conoscendo Antonucci, sappiamo quanta abnegazione ci abbia messo per completare un'opera che resterà a vita nelle biblioteche. Giocatori simbolo, si diceva, ospiti al Teatroteam che hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi baresi e, per contrapposizione, in questi casi viene automatico pensare ai soliti bidoni puntualmente e ciclicamente giunti (o rifilateci, fate vobis), da queste parti, giocatori discussi, magari, solo perché, oltre ad essere effettivamente scarsi, portavano un cognome, come dire, alquanto imbarazzante o ambiguo pronto ad essere distorto a regola d'arte dai baresi, campioni indiscussi dello stravolgimento lessicale, soprattutto dopo che, tanto per fare un nome, il Capocchiano di turno, ha sbagliato una serie interminabile di gol, quasi a voler detronizzare il suo maestro Egidio Calloni.
Si canterà "o mama mi batte il corazon" perché ci sarà Maiellaro o "ma chi è quel piccoletto che assomiglia al mitico Pelè" dedicato tutto a Joao Paulo, forse verrà ricordato il famoso "tuzzo" mai sferrato (per dover di cronaca) di "Giuan" Loseto a Pairetto, da quasi vent'anni divenuto ormai "mantra" verso ogni forma di ingiustizia, sportiva in particolare, da cui nacque il più celeberrimo intercalare "Giuan dang nu tuzz". Non mancheranno Mujesan, Iorio e, forse direttamente da Genova - se decide, una volta tanto, di scendere dal piedistallo dell'orgoglio - anche Antonio Cassano dal cui famoso gol all'Inter son cominciate, se riflettiamo un attimo, le disgrazie del Bari. Fa rabbia non vedere Italo Florio, autentico idolo degli ultimi quarant'anni. E' stato contattato troppo tardi rispetto ad altri e comunque, coerente con la sua idea, ci ha fatto sapere che avrebbe voluto partecipare in mezzo ai tifosi e non seduto con i suoi colleghi a fare passerella. Siamo felici che tra tante celebrità, si siano ricordati di invitare un uomo che non avrà avuto la popolarità di Florio, di Cicogna e di Loseto ma quanto a carattere, impegno e vigoria, non doveva dimostrare niente a nessuno e, sentendolo parlare anche oggi, ne ha da vendere a molti: parliamo di Gigi Frisini, autentica scienza del calcio barese.
Comprendiamo il malumore di quei pochi tifosi che avrebbero voluto partecipare (forse un mega schermo in Piazza Prefettura o al Della Vittoria li avrebbe accontentato piuttosto che una riduttiva diretta televisiva). Non condividiamo, invece, la pretesa degli altri tifosi a voler partecipare a tutti i costi, specie quelli che hanno voltato le spalle per tifare altre squadre più blasonate. E comunque stiano tranquilli tutti: la festa di domani è solo l'inizio di un ciclo di festeggiamenti che avrà durata tutto l'anno - ci fa sapere Fabio Foglianese - e altre manifestazioni, forse, più celebrative sono state promesse da Matarrese che, siamo certi, regalerà alla comunità barese perché - aggiungiamo noi - il presidente non può dimenticarsi che attorno ai colori biancorossi c'è una coltre di cuori abbandonati e delusi che, nonostante i sempre più frequenti momenti tragichi, batte a più non posso.
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