Donda, espulsione e prova incolore

 Articolo pubblicato su BariSera il 5/9/2008

"Troppo ingenuo. Mariano deve crescere a trecentosessanta gradi sia tecnicamente che con la testa. Un'autentica fesseria ci ha impedito di portar via l'intera posta". Le parole di Conte pesano come un macigno su Donda perché, stavolta, l'ha fatta davvero grossa: meno male che stiamo ancora all'inizio e c'è tempo per recuperare. E pensare che durante il ritiro di Racines, Donda, è sembrato più motivato pronto a smentire gli scettici. Invece, puntualmente, siamo a dover commentare la sua ennesima prova irritante perché non sarà quell'autentica perla del passaggio a Salvatore Masiello a garantirgli la sufficienza, e nemmeno le altre due giocate, più o meno, positive. Ieri Donda è tornato ad essere lo stesso tangueros "non visto" fino all'anno scorso, un giocatore anarchico, lontano dal gioco, alla ricerca del preziosismo, espulsione a parte. Donda è un giocatore dai piedi buoni ma la storia del calcio insegna che due piedi buoni non vanno lontano senza una testa: Cassano docet, tanto per non andare lontano. Donda capace di incantare con la Triestina ma assolutamente incapace di ripetersi, anche al 50%, se non tra cinque partite: e così non va. Appare strano come altri giocatori si siano integrati benissimo nelle geometrie di Conte mentre Mariano resta un ibrido. La sua avventura è iniziata già tra l'imbarazzo generale a causa della tipologia di reclutamento. Poi è stato virtualmente bocciato da Materazzi. Con l'avvento di Conte il disastro nel derby contro il Lecce e la conseguente espiazione da Tavarilli.

Si sperava che questo fosse l'anno della definitiva consacrazione ma... a quanto pare, nonostante il riposo di agosto - la cui mancanza nell'ultimo anno era per gli addetti ai lavori la causa scatenante della sua discontinuità - il lupo perde il pelo ma non il vizio... Staremo a vedere perché per lottare per i primi posti - materiale a disposizione a parte tutto da discutere - è necessaria una serenità mentale e spirito di adattamento soprattutto per chi è stato preposto a segnare i compassi del centrocampo considerato, tra l'altro, le attese di "zingaro" De Vezze e della tradizionale scommessa juventina (Bianco).
Donda deve mostrare meno ingenuità, meno anarchia e soprattutto più disciplina tattica, poi possiamo pure concedergli, in maniera indolore, anche di sbagliare i suoi tradizionali "quattro" passaggi a partita.

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