A Pisa trema persino la Torre

 Articolo per BariLive 30/3/2009

A Pisa trema persino la Torre
Cori da stadio anche in aereo



 Tra qualche turbolenza di troppo, l’hostess del volo Ryanair sulla rotta Bari – Pisa e ritorno, ricordava, convenzionalmente anche in inglese, di allacciare le cinture di sicurezza e di non alzarsi sul volo: tutto inutile. I tifosi biancorossi che lo hanno riempito hanno badato molto più ad esaltare la celebre baresità, inneggiando a Barreto, alla capolista che se ne va, a Kutuzov su base canora in stile Ociciornie sul motivo “Fischia il vento” fino addirittura ad invitarla (la hostess) a bere una birra ghiacciata al Chiringuito magari gustando due ricci “in gann a mar” visto che adesso è il periodo buono. E’ superfluo rammentare che, durante il volo, la stessa hostess aveva al collo una sciarpa Ultras...


Non è passato inosservato nemmeno il simpatico assistente di volo che, dopo aver tradizionalmente ringraziato di aver scelto di volare con Ryanair, ha concluso degnamente salutando i passeggeri con un eloquente “…e infine salutiamo la capolista”: applausi scroscianti al grido di “uno di noi, lo steward è uno di noi”. Esilarante, invece, il momento dell’atterraggio allorquando è apparsa chiara una voce che applaudiva letteralmente “all’autista” invece che al pilota ma, si sa, per i baresi la dimensione era quella di un viaggio in autobus con tanto di fermata in autogrill più che di un aereo. Insomma, un momento di alta emozione e di sana ironia lassù, ad alta quota, difficile da spiegare…
Con un Arno appena preoccupante, una plumbea Pisa che più non si può, ci ha accolto con una pioggia che ha finanche messo in dubbio il regolare incontro di calcio: copiosa, tuoni, qualche fulmine qua e la, le notizie mediatiche che a Parma si era giocato in un contesto d’altri tempi, insomma c’era davvero il timore di dover rimanere altre 24 ore, ed invece tutto è andato per il meglio. Dopo un breve consulto con gli aruspici etruschi che da questa parti - magari per sbaglio – saranno pure passati, il primo pensiero è stato quello di adoperarci in una provvidenziale macumba in Piazza dei Miracoli volta a chiudere il rubinetto del cielo, tanta era la pioggia, infatti, che stava cadendo sin dalla mattina.

E così, in effetti, è stato almeno per tre quarti di gara. “Ahi Pisa, vituperio delle genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovesi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'elli annieghi in te ogne persona! E questa volta, almeno, la decantata Pisa infernal-dantesca vituperio delle genti cattive verso taluni personaggi, non si è mostrata tale verso i baresi Antonio Conte Ugolino e suo nipote, Barreto della Gherardesca, al punto che non sono riusciti ad ammazzarli di fame nella Torre della Muda, tutt’altro. L’avversario, in effetti, pur essendo senza un’ambizione precisa, ha giocato davvero molto bene riuscendo s strappare applausi bipartisan. Peccato per Giampiero Ventura, un vero signore della panchina e a tavola, perché ha dato dimostrazione del suo valore esaltando anche doti di simpatia e obiettività come pochi, non a caso Santantonio Conte da Lecce lo ha assurto ad esempio sin dall’anno scorso tanto come uomo quanto come filosofia di gioco.

La testa pelata di Collina, proprio un gradino sotto di noi, avrà preso tanta umidità ma nel compenso crediamo che si sia riempita di spunti positivi sul gioco del Bari rendendosi conto che è tutta farina del sacco biancorosso. Nel primo tempo un buon Bari che, a differenza di precedenti trasferte, parte bene, segna un gol di ottima fattura con un Rivas devastante sulla destra che consegna il pallone a Guberti il quale, lasciato solo, la mette dentro. Prevedibile la reazione nerazzurra, ma una grande squadra si vede anche in certe circostanze. Si concretizza con alcune occasioni di Geneviev e Job ma quelli della ex Repubblica marinara hanno dimenticato che in porta c’era un certo Gillet, mica uno qualsiasi.

Un Bari, dunque, che riesce a vincere su un terreno dove molte squadre titolate ci hanno lasciato le penne e, crediamo, molte altre le lasceranno perché, signori, il Pisa battuto ieri all’Arena Garibaldi dove aleggiava ancora lo spirito di Romeo Anconetani, si è dimostrata la migliore squadra fin qui incontrata, almeno fuori casa. Diciamolo francamente: il Bari ha vinto solo perché è risultata la squadra più forte. E dopo aver degustato nella più antica trattoria pisana in compagnia di Epicuro, Trimalcione e Lucullo una succulenta e squisita ribollita, una tagliata di tonno agli aromi con cipolla rossa (ahimè, non di Acquaviva), un trancio di maialino di cinta al forno e, chiusura col botto, raffinato il palato con un pezzo di torta pisana coi bischeri, adesso sotto con il piagnucolante Guidolin da Parma al quale consigliamo, visto che non fa altro che piangersi addosso, un bel piatto di crudo di mare: glielo paghiamo noi… tanto, come dire, “eppur si muove…”
Massimo Longo

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