Stella e la scultura da camera-A Bari anche le opere di altri esponenti delle correnti artistiche dei primi del Novecento

Articolo pubblicato su BariSera il 22/10/2008

Gaetano Stella e la scultura da camera pugliese nella prima metà del Novecento. Si intitola così la mostra promossa dalla Provincia di Bari con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia e dell´Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, presentata stamattina nella Sala Giunta della Provincia di Bari, che si inaugurerà in Pinacoteca sabato 25 ottobre alle 17,30 (da visitare fino al 28 febbraio del 2009).

Il presidente della Provincia, Vincenzo Divella, ha precisato che la mostra è un segno importante di continuità a tutto ciò che la sua giunta ha fatto per la cultura. L'assessore alla cultura, Fabio Losito, si è mostrato entusiasta per questa ennesima manifestazione culturale tributando un doveroso ringraziamento a Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca per la sua preziosa opera di sburocratizzazione dovuta al difficile reperimento di alcune opere d'arte che si trovavano nei posti più impensabili in Italia auspicandosi che la stessa mostra, oltre ad aggiungersi al patrimonio culturale della Pinacoteca, possa essere un'occasione per avvicinare i ragazzi all'arte.
La Gelao, ha spiegato criteri, percorsi ed obiettivi della mostra non prima di aver ricordato che questa è una "mostra di studio" voluta dalla figlia dell'artista barese Gaetano Stella per valorizzarne la sua figura, un artista "tutto tondo" cui proprio quest'anno ricorre il 120° anniversario della nascita. L'obiettivo è quello di far conoscere la collocazione storica di Stella mettendolo in parallelo con altri artisti del suo tempo che raffiguravano, a volte, oggetti simili ma che, a differenza sua, "parlavano" un altro linguaggio scultoreo. Frammentarie sono le notizie che si hanno sulla produzione di numerosi scultori pugliesi della prima metà del Novecento conosciuti per opere diverse tra loro sia a carattere privato, come i ritratti o i nudi, sia a carattere pubblico, con la realizzazione di veri e propri monumenti, sculture sepolcrali e di decorazioni di grandi palazzi fino ai modesti inserti scultorei che cingono alcune lapidi. L'interesse per questo genere di opere si è manifestato in maniera esponenziale forse proprio a causa dell'ignoto che circondava questa realtà, interesse coltivato con studi specifici, cataloghi e mostre come quella dei gessi di Filippo Cifariello, di Gaetano Martinez o quella sulle opere di Pino Conte ma, ciononostante, si rimane distanti dalla conoscenza piena della produzione globale scultorea pugliese del Novecento che pure ha dato un contributo all'Italia che grazie allo studio della Gelao si possono conoscere. Ed è in questo contesto che si colloca la mostra sulla produzione di Gaetano Stella, barese, nato nel 1888 e morto nel 1964 autentico specialista della scultura-ritratto "da camera" termine mutuato dalla musica che sottintende la "non ufficialità" delle opere di piccolo formato, autentico specialista nello scolpire ritratti di bambini: opera capitale il celebre Ravveduto, andata persa, raffigurante il fratello Romeo che, involontariamente, aveva rotto un dito ad una sua scultura in lavorazione e di cui Stella era riuscito a catturarne l'espressione contrita, opera su cui ha lavorato dal 1909 al 1950. Gli faranno da cornice numerosi altri artisti pugliesi della prima metà del Novecento, da Eugenio Mac_cagnani, Francesco De Matteis ai "veristi" contemporanei Giulio Cozzoli, Donato Gramegna, arrivando ai più giovani Giacomo Negri, Bruno Calvani. Numerose le collezioni private da cui la mostra ha attinto le opere: da musei a raccolte comunali pugliesi, scomodando persino il Quirinale. La mostra tende ad esemplificare gli atteggiamenti degli scultori pugliesi nei confronti del moderno che parte da un fermo rifiuto, inteso come indipendenza e non come accettazione di arretratezza culturale, fino alle correnti del primo Novecento e sarà correlata dal catalogo edito da Marsilio col contributo del Gruppo Antonveneta, curato da Clara Gelao, coadiuvata da un team di ricercatori, con le immagini a colori di tutte le opere in mostra.

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