Bari - Aris Salonicco: Uno stop dai greci alla Bari in gestazione

Articolo per BariLive 22/7/2009



Seconda uscita, questa volta impegnativa, per i ragazzi di Ventura sul terreno di Racines davanti ad un pubblico numeroso stipato sulla tribunetta dell’impianto, diviso tra baresi e tifosi (con giornalisti al seguito) ellenici. Un doppio arcobaleno a far da contorno sulle pendici di un monte fino ad un altro hanno dato il benvenuto alla squadra dell’Aris Salonicco, sesti classificati nella lega greca, quindi ad un passo dalla qualificazione UEFA.


Nel Bari mancavano Langella, alle prese ancora con problemi muscolari, Antonelli, appena arrivato, Greco con qualche problemino ai gemelli, e Belmonte affaticato. Nulla di grave per loro, solo Greco, forse, avrà bisogno di qualche giorno in più, tutti gli altri saranno disponibili prestissimo. Ventura ha iniziato la partita con Gillet tra i pali, A. Masiello Ranocchia Bonucci e Parisi sulla linea difensiva, Gazzi e Paro al centro, Alvarez e Koman sulle fasce e Barreto con Kutuzov davantti a dialogare col pallone.

Profumi di wrustel hanno pervaso la tribuna nonostante l’insolito orario (le 17) che invitava più a sorseggiare un the che a divorare un panino, fatto sta che l‘aria in campo non ne ha risentito, anzi. Il Bari è partito bene, buone trame di gioco tra Kutuzov, Barreto e, soprattutto, Alvarez che è apparso davvero un’ira di dio li davanti. Un Bari che ha giocato in contropiede mentre il Salonicco di Mazinho, ex Fiorentina e Lecce, dai cognomi impronunciabili, ha fatto la partita.Accanto a noi, oltre a Perinetti, qualche simpatico giornalista greco che nel fare la telecronaca, oltre a farci tornare indietro nel tempo, ai nostri anni di liceo quando si passava da Platone ad Aristotele senza troppi “topoi“, sembra avessero un debole per Ranocchia, spesso e volentieri scambiato ora per Bonucci, ora per Stellini. Ma ci stava anche un po’ di colore.

Chissà quanto saremmo stati capaci noi nello scandire, ad esempio, tale Peral Periane Francisco Javier o, peggio, Kuolucheris Efthimios. Tutto sommato meglio così. Primo tiro in porta da parte del Salonicco con Calvo (l’unica parte del nome pronunciabile) al 10’ abbastanza pericoloso. Risponde Gazzi con un tiro da fuori su iniziativa di Alvarez. E’ la volta di Barreto al 32’ che solo davanti al portiere si lascia recuperare da Vageli Christi (ottimo difensore). Si vede che il Bari spinge di più e i frutti vengono raccolti al 16’ quando Alvarez, ricevuto un pallone da Kutuzov, crossa per Barreto al 16’ che raccoglie e insacca. Gol, applausi, 1-0. Al 19’ su un corner, un autotraversa di A. Masiello fa tremare i biancorossi. L’Aris si fa intraprendente con qualche tiro da fuori ma è il Bari, con Alvarez, che dopo aver triangolato con Barreto, sfiora il 2-0 sull’esterno del palo. Anche Gillet, fino a quel momento inoperoso, si guadagna la pagnotta con una uscita spericolata su Campora. Un primo tempo che decreta un centrocampo con Paro da rivedere mentre Gazzi, a proposito di Grecia, appare già un oplita spartano. Buona la difesa ma nella sostanza qualche affaticamento fisiologico. Ottimo Alvarez, Konam un po’ appesantito, spesso distratto finanche richiamato da Ventura. Secondo tempo spazio a Stellini per Bonucci, S.Masiello per Parisi, Rivas per Koman, De Vezze per Alvarez, Carobbio per Gazzi, Allegretti per Paro, Meggiorini per Kutuzov e Padelli per Gillet. Un passo indietro nel gioco anche a causa dell’inconsistenza delle fasce (De Vezze e un Rivas spento), con un centrocampo in perenne affanno, Meggiorini che tocca un solo pallone e una difesa, tutto sommato, che mantiene bene. Segno che questo è l’unico reparto che, in qualche modo, da certe garanzie. Ma è anche la squadra di Mazinho a cambiare pelle. Infatti anch’essa cambia 8/11 alzandone il tasso di qualità. Ma saranno solo due calci di punizione, uno all’11’ (con Gracian) e l’altro al 38’ (con Reberge) a sancire la prima sconfitta barese. Una sconfitta che, tutto sommato, ci può stare dal momento che siamo appena a 10 giorni di preparazione, che alcuni uomini chiave erano assenti e che, soprattutto, come sostiene Ventura, il Bari è un mosaico ancora da completare e da elevare come tasso qualitativo. Due punizioni di Allegretti sono state le uniche azioni di una certa pericolosità nel secondo tempo. Carobbio preferiamo vederlo e giudicarlo più in la. Parola d’ordine per tutti: non facciamo un dramma. Siamo ancora al 23 luglio. Domani mattina tutti alle cascate del Gilf, davvero suggestive, per ritemprarsi anima e corpo. Nel pomeriggio si riprende.
Massimo Longo

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