"Vinceremo il campionato"

Articolo pubblicato su BariSera il 21/11/2008


DIECI DOMANDE SUL BARI / L'opinione di Paolo Comentale: "Stravedo per Kamata" "Vinceremo il campionato"

Paolo Comentale, autore e interprete di spettacoli teatrali per ragazzi e Direttore Artistico del teatro Casa di Pulcinella, vede "Kamata come una formica atomica, un eroe della playstation mossa col joystick dal cuore dei tifosi".

Tifoso o simpatizzante del Bari?
"Tifoso con il cuore e con la mente. Un ricordo personale. Vidi il Bari la prima volta al vecchio Delle Vittorie. Allenava Oronzo Pugliese, il mago di Turi. Era Bari-Napoli di Serie A. Due grandi metropoli del Sud. L'anno prossimo, rivedrò la partita ma al San Nicola. Ora e sempre Forza Bari!"

Sembra un torneo alla portata del Bari.
"Credo che al di là del torneo e delle squadre che quest'anno competono nel torneo cadetto il Bari è un ottimo gruppo. Ho visto con crescente piacere e, perché no, anche con meraviglia, il gioco della squadra, a mio avviso spigliato, vivace a tratti scintillante. Quindi io dico "ad majora!"

Antonio Conte e Giorgio Perinetti hanno portato entusiasmo e finalmente 10 mila allo stadio: si può costruire qualcosa di importante attorno a loro?
"Il calcio è un gioco di squadra, la squadra ha bisogno assolutamente di un leader in panchina. A mio avviso è da lì che nasce tutto. Anche la "scelta" del leader in campo, il giocatore che motiva e sostiene il gruppo, titolari e riserve, è una scelta che ricade sull'allenatore. Quindi massima importanza a Conte e alle sue scelte, prima tra tutte Giorgio Perinetti. La speranza è che la scelta dell'allenatore sia garantita dalla continuità. Una vera squadra non si crea in una stagione".

C'è un giocatore che l'ha impressionata di più?
"Senza dubbio Kamata, formica atomica sembra un eroe della playstation con il joystick dal cuore dei tifosi".

Finalmente si respira aria di vetta anche si soffre troppo nel secondo tempo come sabato con l'Ancona. Perché, secondo lei?
"Forse si sente la mancanza di un regista dai piedi "buoni". Però ad onor del vero a questa "pecca" ha rimediato alla grande tutto il reparto di centrocampo sacrificandosi sul posto e gettando... il cuore oltre l'ostacolo. E' troppo poco? Può essere molto..."
Cosa ne pensa dell'entrata di nuovi soci nel Bari?
"L'unione fa la forza. Ben vengano nuove energie. C'è posto per tutte le persone dotate di buona volontà!"
"Bari è l'unica squadra italiana di un certo spessore a non aver messo il muso in Europa. Perché, secondo lei?
"Se posso permettermi molto sommessamente vorrei ricordare una certa pigrizia del mondo imprenditoriale barese. Accanto a ottime eccellenze abbiamo forse troppo aziende che vivono in uno stato di perenne apatia. Per esempio ho visto nella città di Parma quanto hanno realizzato le aziende emiliane per la città, per la Provincia, per la squadra di calcio con particolare riferimento al settore giovanile. Insomma da noi muove i primi passi una "cultura d'azienda" che comprende le potenzialità del territorio e le sostiene. Mi auguro per il bene di tutti che i primi passi continuino e che non siano passi da... gambero!"
Lei è un personaggio da sempre vicino all'infanzia: esiste un nesso tra il modo di pensare giovanile e il calcio in chiave Bari-Matarrese?
"Credo che Conte interpreti giustamente il ruolo dell'allenatore: passione, competenza ma anche voglia di rischiare senza paura e senza schemi mentali. E' un modo giovane di lavorare che sta dando, giustamente, ottimi frutti. Credo che tutti abbiamo da imparare da questo modo di lavorare. In un certo senso Conte è un educatore: ha il tratto e l'ottimismo tipici di chi crede nel proprio lavoro profondamente, come solo i giovani sanno fare veramente".
Dieci secondi per dire quello che vuole al presidente Matarrese.
"Una mano al cuore e l'altra al portafoglio".
Dove arriverà il Bari?
"Io credo che il Bari arriverà primo. Sì. Avete capito bene. Primo in classifica a pari merito con il Sassuolo che è una squadra bella e viva che a me piace molto.

Nessun commento:

Posta un commento