Altra Città, è solo l'inizio

Barilive 23/6/2010

Ricordi dell'incontro in Laterza per Bari e per La Bari

Proficuo e interessante, ma soprattutto assolutamente innovativo, l’incontro dello scorso 11 giugno de “L’Altra Città” che nel tempio della cultura barese ha emesso il suo primo vagito dopo il successo ottenuto su facebook, incontro volto a sostenere le esigenze di una tifoseria sempre più scissa e smarrita a causa della solita incertezza che regna sovrana nella sede del Bari che mai come quest’anno deve fare i conti con una campagna-rafforzamento epicurea. Mai abbiamo assistito ad un malcontento diffuso nonostante un eccellente decimo posto conseguito e una ragione ci sarà: i tifosi biancorossi, piacevolmente e improvvisamente viziati da tanta grazia ricevuta in questi ultimi tre anni - perché poi sono i risultati a parlare non i modi con cui si è riusciti per quanto alcuni discutibili – come puntualmente accade in queste circostanze quando si trova a quadrare il cerchio sia pure casualmente, si vedono costretti a riporre i sogni di gloria di una continuità tanto agognata dovendo assemblare nuovamente e mestamente il puzzle biancorosso appena rotto come nel celebre film in bianco e nero di Stallio e Ollio.

Sapevamo - anzi, ci auspicavamo - che non sarebbe intervenuta la massa perché intanto la location, scelta non casualmente, era quella che era e poi non c’era quella necessità di avere al nostro fianco lo zoccolo duro del tifo: erano altri da convincere, non loro, quelli tanto criticati proprio da costoro, e infatti tra gli intervenuti ci sono stati rappresentanti dell’Università, della scuola, delle istituzioni, del Foro barese, notai, medici, persino un fisico, oltre che la gente comune, quella della strada, i commercianti, i dipendenti pubblici e privati che all’unisono si sono stretti all’iniziativa sposandone appieno i contenuti.
Ci sono stati degli interventi volti a cercare di capire le cause di questo stato di approssimazione in cui versa periodicamente il Bari di Matarrese dal quale non riesce proprio ad uscirne, decisamente in contrasto con lo sviluppo della città, così come si è provato a proporre qualche rimedio. Bari, infatti, è l’unica città italiana, e forse in Europa, che produce un certo calcio assolutamente sproporzionato all’indotto e alle risorse che si ritrova, tenuto conto che si tratta di città metropolitana e non di una cittadina qualsiasi. Sicuramente la crisi che si sta attraversando non aiuta la presidenza a fare il salto di qualità tanto agognato ma è altrettanto chiaro che questo salto, in momenti in cui si sarebbe potuto fare, non si è mai tentato di farlo e quando si era lì, ad un passo dal conquistarlo, misteriosamente son venute meno le condizioni. Troppo evidenti i segnali della società che pone come “condicio sine qua non” la crescita del calcio con quella degli appalti: una squadra rappresentativa di una città come Bari, che non è Cesena e nemmeno Chievo, dovrebbe badare, si, alla holding ma dovrebbe tenere anche conto anche del potenziale indotto che, se debitamente sollecitato e supportato con un minimo di continuità, senza tanto indugiare per trattenere Barreto ed Almiron, nonostante l’ottima levata di scudi del nuovo DS Angelozzi che si sta facendo rispettare al calcio mercato, sarebbe ripagata alla grande così da evitare di chiudere i bilanci a giugno con le solite ventine di milioni di euro in rosso, somme che potrebbe benissimo anticipare adesso per allestire una degna squadra così da trovarsi con perdite più contenute a fine stagione prossima. Come dire: prevenire è meglio che curare. Fatto sta che il tempo stringe e il timore di ritrovarsi di nuovo ad allestire una squadra ex novo visto con le solite scommesse magari pure mezze rotte da fisioterapizzare al policlinico, e considerato che, come anticipato da noi in tempi non sospetti, le permanenze dei due giocatori cardine sono tutt’altro che certe, è sempre più reale, ma nel calcio mai dire mai anche se natale arriva una volta sola.
Nell’assemblea è stato anche proposto di rivedersi a settembre, al rientro dalle ferie, con la presenza di qualche rappresentante della società con cui poter dialogare civilmente e serenamente, sempre nel tempio della cultura barese che sarà sempre il nostro punto di incontro quasi a voler suggellare il tifo sacro con quello profano, cosa mai accaduta fin ora.
Massimo Longo


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