Bari: facciamo il punto mentre aspettiamo...Godot

 Articolo per BariLive 5/8/2009


Ventesimo giorno di ritiro, cinque amichevoli così così, senza infamia e senza lode, qualche riflessione è d’obbligo sulle cose che vanno e su quelle che non vanno. La squadra è formata da molti giocatori nuovi che hanno lavorato bene durante il ritiro e che hanno regalato anche buoni sprazzi di gioco. Alcuni purtroppo si sono fermati, altri sono in via di guarigione, altri ancora ne avranno per qualche mese.

Molti a Bari sono scontenti e i più delusi lo danno già per spacciato. Conte e la sua querelle, sono sempre nei loro pensieri (e come dargli torto, dopo che ci ha regalato una promozione epica) ma - detto tra di noi - come per lo scorso anno, nonostante il nostro proverbiale anticonformismo, siamo avvolti da una coltre di moderato ottimismo proprio perché, mutuando una celebre frase di De Andrè, possiamo affermare che “dai diamanti non nasce niente, è dal letame che nascono i fior”.

Noi che abbiamo assistito al ritiro abbiamo visto esperienza (e tanta: molti sono gli over 30) che alla lunga si rivelerà determinante per l’economia del torneo. Sicuramente manca qualcosa, ma diamo per scontato che, trattative di vendita a parte, sia solo questione di ore per l’arrivo di qualche giocatore di qualità.

In attesa di vederlo all’opera in A al cospetto di Eto’O e Del Piero, diamo fiducia a Gillet nonostante, da sempre, lasci qualche perplessità sui calci piazzati per motivi, come dire, strutturali e sappiamo che i tiri della A non sono quelli del Treviso o del Sassuolo. Staremo a vedere. I sostituti (Padelli e Lamberti) sembrano molto giovani e un tantino inesperti anche se tra i due, forse, Padelli sembra avere qualcosa in più.

Mancano almeno tre elementi in difesa: un paio centrali che, di volta in volta, potrebbero darsi il cambio con Ranocchia e Stellini che, fisico perfetto e forma smagliante a parte, riteniamo improbabile che resista per 38 partite, anche a causa di eventuali infortuni e squalifiche. Ci si è disfatti, secondo noi, di Esposito troppo frettolosamente, un giocatore che, oltre ad aver dato un notevole contributo alla causa l’anno scorso, nel pieno della maturazione, avrebbe potuto fare non bene ma benissimo. Ma tant’è. Poi manca un difensore sinistro perché il buon Andrea Masiello ha potuto rendere, diciamo, bene in quel ruolo l’anno scorso, ma con chi? Con quelli del Treviso o del Sassuolo, mica con la Fiorentina o col Genoa: vorremmo vederlo all’opera con quelli espertissimi che scendono sulle fasce come ire di dio del Siena e del Catania, del Chievo o del Bologna (non ne parliamo con quelli che si giocheranno i primi 6 posti): riuscirà a fermarli ugualmente, lui che è una diga insormontabile al centro dell’area, almeno in B?

Tornato al mittente Paro, a centrocampo mancano almeno due giocatori. Con Conte, come noto, non serviva il regista e nemmeno con Ventura ma in questo momento l’ex juventino-genoano era l’unico che, in qualche modo, garantiva la qualità, quella che, a detta di Ventura, sta mancando più dell’esperienza che, in effetti, c’è, e pure in abbondanza. Carobbio, al momento, non sembra particolarmente idoneo a questo tipo di ruolo che, tradotto in soldoni per i malpensanti, non vuol dire che è da bocciare, tutt’altro. Diciamo che nelle amichevoli non è mai risultato determinante, e non sarà un caso che l’allenatore gli abbia preferito sempre De Vezze dal primo minuto, magari i soliti maligni pensano che siamo prevenuti sull’ex leffese. E’ arrivato il nostro amico Martin Donda con tanto di tabella prescritta da chi lo ha operato, sembra stare bene fisicamente. Donda ci ha detto però, che per adesso non se ne parla di rivederlo giocare.

Ci permettiamo di aggiungere che, come l’evidenza ha confermato, lo stesso argentino, ex anarchico e ribelle, non ha garantito continuità l’anno scorso anche se, infortuni a parte, ha sfornato qualche ottima prestazioni. Già, qualche, mica tutte, e solo per merito dello staff di Conte che, come per Barreto, è riuscito a tirarlo su sia fisicamente che dalla saudade. Allegretti, colica a parte, lo vediamo al momento abulico: corre, si impegna - su questo non ci piove - ma qualitativamente non ne alza il tasso. I soliti inguaribili ottimisti “a prescindere” come li chiamiamo noi, potranno dire: ma infondo, cosa vogliamo di più? L’importante è che segni sui calci piazzati”. Rispondiamo: ma siamo sicuri che il Bari sarà capace di ottenere quelle tre-quattro (minimo) punizioni, fisse, dal limite dell’area, o giù di li, in ogni partita? Lo speriamo davvero, perché se fosse così, non lotteremmo per non retrocedere ma per altre posizioni.

Sulle fasce c’è abbondanza e, se permettete, anche qualità. Alvarez e Langella sembrano autentiche garanzie, Rivas anche, nonostante testardaggine e discontinuità evinte lo scorso anno ma quest’anno Manuel è partito davvero forte: salta uomini come birilli, dispensa cross a go-go fino a diventare spesso decisivo. In queste partite amichevoli è sempre stato devastante sulle fasce ma soprattutto determinante. Ecco, magari, prima di esprimere un giudizio, vorremmo vederlo alle prese con i terzini di A, esperti, quelli del Catania, Siena o del Palermo, per intenderci.
Konam e Bonucci ci devono ancora convincere, Antonelli sembra Giorgetti quando stava in forma, testa bassa, trotto, e via sulla fascia a crossare. Non male, insomma.

Capitolo attacco: Kutuzov sembra l’unico che possa garantire qualità e anche qualche gol. Gioca per la squadra, sembra il regista della squadra perché si va a cercare la palla, studia i compagni, ragiona il tutto in un nanosecondo, cerca spesso Alvarez con cui triangola fino ad arrivare al tiro. E non fa niente che molte conclusioni siano andate a finire tra i meli della Val Gardena o nei torrenti limitrofi. Siamo certi che sotto rete, in A, sarà più preciso. Crediamo con certezza che sia l’unico elemento da cui non si possa prescindere, troppo importante il suo apporto nell’economia del gioco. Greco è un giocatore bravo, esperto, solo che, come tanti che son capitati a Bari (Santoruvo e Masinga docet) gioca troppo spesso con le spalle alla porta ma, se non altro, sa gestire la palla molto bene, insomma, non esattamente uno da 10 gol (rigori eventuali a parte, ovviamente) ma sicuramente uno che potrà dare il suo contributo di esperienza. E’ questione di tempo, sperando, ovviamente, nella buonasorte, dal momento che è ancora convalescente. Di Meggiorini, con tutta onestà, preferiamo non sbilanciarci dal momento che non abbiamo visto nulla, ancora, delle sue indiscutibili qualità (si vede che ha ottimi mezzi), se non coi camerieri della Val di Ridanna dove ha siglato 5 gol, uno più bello (col Chiavari l’altro gol). Di Barreto, come noto, abbiamo detto fin troppo: aspettiamo che la cicatrice sul muscolo con la quale l’Udinese ce lo ha sbolognato per curarlo (nonostante i soliti bontemponi lo neghino), si rimargini, speriamo, definitivamente così che possa esprimersi agli stessi livelli dello scorso anno. Ma soprattutto lo spera l’Udinese. Condicio sine qua non dovrà essere, però, l’abnegazione del sudamericano al sacrificio, ai ritmi sostenuti del prof. Innocenti che, a quanto pare, è molto vicina a quella di Ventrone, altrimenti tutto sarà inutile. Per il resto siamo sempre moderatamente ottimisti anche sulla prima contro l’Inter. Ricordiamo che Cellino, al varo dei calendari, si mostrò pessimista sul suo Cagliari: Ventura lo smentì alla grande con un filotto di successi uno dietro l’altro e mica contro l’Empoli e il Chievo, ma contro Inter Juve Milan Napoli Roma et similaria. Ergo, lasciamo lavorare Ventura, uomo e professionista straordinario sotto tutti gli aspetti e, soprattutto, lasciamo che il buon Perinetti provveda a rimpinguare la rosa adeguatamente. Infine occhio a Visconti: oggi lo abbiamo visto all’opera in una partitella, è sembrato un gran opportunista in area siglando un paio di gol di rapina. Noi, nel frattempo, aspettiamo… Godot.
Massimo Longo

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