Alessandro innocenti fa a botta e risposta

Articolo per BariLive 5/8/2009
Alessandro innocenti fa a botta e risposta 
Racines non ' certo l'isola del Diavolo, ma in ub certo senso i lavori forzati ci sono...

Il professore Alessandro Innocenti
assimigliante a Dega del film Papillon
In quella palestra, lo scorso anno, c’erano attrezzature all’avanguardia che in pochissimi si possono permettere in Europa, attrezzature facenti parte di un progetto ambizioso griffato “Gruppo Conte” che, come noto, è stato ridimensionato.

Erano le attrezzature con le quali il Professor – nonché marines - Giampiero Ventrone ha svolto la preparazione fisica che poi ha dato i risultati noti a tutti, oltre ad aver rimesso in sesto parecchi giocatori, a cominciare da Barreto, che sembravano spacciati o, quanto meno, che sembravano non poter reggere fino alla fine del torneo in quanto arrivati in ritiro già patologicamente messi male, come tradizionalmente accade di sovente alla Bari, quasi ad aver scambiato la Bari non un squadra-rilancio per costoro ma una vera e propria infermeria, ma questo è un altro discorso.

Tanta era la birra che avevano in corpo Barreto & C. che avrebbero potuto giocare per altri tre mesi mentre le altre squadre, lì, a boccheggiare, promozione a parte.
Quest’anno, a guardare la stessa palestra, di quelle attrezzature nemmeno l’ombra, ma non per questo si lavora duro e seriamente, anzi, siamo stati testimoni oculari di esercizi fisici particolari, invero, molto assomiglianti a quelli di Ventrone, i cui effetti, siamo certi, si vedranno. E presto. L’anno scorso riecheggiavano dalla palestra determinate musiche che facevano pendant con il “credo” di Ventrone, quindi da Radeztky in su, per intenderci, quest’anno - è proprio il caso di dire - la musica è cambiata anche perché ridonda per la valle più discomusic che altro. Diverse sono le metodologie dei preparatori atletici: chi preferisce impostare la preparazione sulla partenza a razzo per, come dire, vivere di rendita ed attendere gli eventi del finale torneo sperando di perdere meno colpi possibile, e chi, invece (appunto come Ventrone) preferisce impostare il lavoro su una partenza blanda, ma non per questo al ralenty, per poi raccogliere i frutti nel finale. Passato Conte con i noti strascichi polemici, quest'anno il Bari ha deciso di affidarsi ad un nuovo preparatore atletico che lavora con Ventura da quasi 10 anni.

A guardarlo in faccia non si può pensare al celluloide: la trasposizione cinematografico-calicistico c’è tutta per il suo fisico esile, non pelato ma con i capelli cortissimi, con tanto di occhialini tondi gramsciani da intellettuale tanto da sembrare Louis Dega, il carcerato amico di Papillon (Steve Mc Queen, da cui il celebre film di Shaffner) recluso nel penitenziario dell’Isola del Diavolo nella Guyana Francese in mezzo all‘oceano e condannato ai lavori forzati a vita. Naturalmente Racines non è l’Isola del Diavolo e nemmeno si trova nella Guyana Francese ma in Alto Adige dove l’unico lavoro forzato lo fa giornalmente lo stomaco, volente o nolente, colmo di speck e strudel alla mela, e non c’è nemmeno Dustin Hoffman (Dega, appunto, nel film) ma il Prof. Alessandro Innocenti, 51enne di Prato, laureato all'Isef di Firenze alla sua prima avventura in biancorosso di cui, purtroppo, sappiamo poco o nulla se non, a guadarlo giornalmente, essere dedito al lavoro con estrema passione, dedizione, professionalità, minuziosità e grande spirito di sacrificio. Davvero un uomo in gamba come pochi anche perché risulta molto simpatico.

- In una intervista lei ha dichiarato di non credere molto nelle partenze lanciate. E’ vero?
“No, io non credo né nelle partenze lanciate, né nei finali a gran ritmo. Io penso che un preparatore, insieme l’allenatore, debba lavorare per avere dei giocatori in buone condizioni per tutto l’arco del campionato e soprattutto preventivare i veri tipi di infortunio che possono succedere”.

- In cosa consiste la sua preparazione?
“Bisognerebbe scrivere una mezza enciclopedia. In parole povere: c’è un inizio dei lavori basato sullo sviluppo della potenza aerobica, poi si passa al lavoro di potenza (quello che attualmente stiamo facendo) per poi terminare nella fase finale, quella della settimana della coppa Italia e di campionato, con un periodo di rifinitura tutta a base di velocità e rapidità”.

- Si rifà a qualche suo collega prestigioso o, nel lavoro, si ispira a se stesso?
“Mi ispiro a Innocenti Alessandro, a Ventrone Giampiero e tanti altri. Diciamo che è un modo di lavorare che è venuto fuori via via che si lavorava e tutti gli anni lo miglioriamo sempre o pensiamo di migliorarlo nel rapporto con il mister”.

- Quale è il suo credo?
“Il credo è che se i giocatori partecipano al lavoro e si impegnano a fondo, arriviamo agli obiettivi che ci siamo prefissati. Questo è il mio unico credo. Quindi diciamo che pretendo che i ragazzi sposino totalmente quelli che sono gli obiettivi del lavoro che gli viene proposto. Lo devono fare con entusiasmo e partecipazione”.

- Conosce Giampiero Ventrone?
“Certo, ci conosciamo, abbiamo avuto rapporti professionali, ci siamo confrontati spesso e so che ha un metodo di lavoro molto vicino a quello che stiamo effettuando ora, quindi diciamo che viaggiamo su due lunghezze d’onda parallele. Lui ha avuto grandissimi risultati soprattutto con la Juventus, è un preparatore che è abituato a lavorare ad un certo livello soprattutto con le grandi società e i grandi giocatori che ha avuto a disposizione. Io ho fatto tanta gavetta…”

- Quanto contano le caratteristiche fisiche nei giocatori? Un giocatore, ad esempio, di un metro e 90 da peso di 85 chili può essere sottoposto agli stessi allenamenti di uno più basso e leggero?
“Quello dipende dalle loro caratteristiche. Non è che contino molto altezza e peso, conta molto quello che sono capaci di fare, contano i genitori, insomma (sorride, ndr). La base da cui si parte, l’analizziamo con dei test sui cui risultati facciamo delle scelte metodologiche. Più facile sviluppare le caratteristiche singole dei giocatori oppure sviluppare le loro carenze. Noi tendiamo ad ammortizzare quelle che sono le carenze ma soprattutto a sviluppare le loro caratteristiche principali. Quindi, ad esempio, se abbiamo giocatori veloci, sviluppiamo la loro velocità ma tentiamo anche di sopperire ad eventuali lacune per chi mostra difficoltà nelle proprie qualità”.

- Avendo conosciuto i giocatori e le loro prestanze fisiche, crede che il suo lavoro possa essere recepito bene da tutti?
“Lo credo fermamente, se non lo credessi smetterei di fare questo mestiere. Io ci credo e vedo anche che i ragazzi riescono a seguire molto volentieri il lavoro che gli viene proposto anche se qualche volta il lavoro è molto faticoso e pesante però questo è il momento della preparazione, ci si consoce in un momento molto particolare dove la fatica è notevole”.

- Barreto cosa dice a riguardo…?
“Barreto io l’ho trovato come una sorpresa positiva, come tutti gli altri del resto. Barreto si è messo a disposizione, sta lavorando con entusiasmo. Ha qualche problemino che deriva dai problemi fisici che ha avuto l’anno scorso, quando si è presentato a Bari, e che son tornati in superficie. Tenteremo di amministrare questi problemini fino a quando non li avrà risolti totalmente”.

- Cosa teme di più in questo avvio e cosa la fa stare tranquillo?
“Non dormo mai tranquillamente. So che la mattina, al risveglio, potrei trovarmi di fronte a qualche sorpresa. E’ il nostro modo di lavorare, stare 24 ore su 24 col mister e con lo staff a parlare di ogni singolo giocatore. Diciamo che non mi pongo il problema, i miei sonni non sono mai tranquilli nemmeno quando le cose vanno bene, anzi, è proprio quello il momento in cui bisogna stare con le antenne ritte. Affronto giornalmente tutte le problematiche che si possono presentare. Insomma, come dire, “carpe diem”.

- Tra le musiche usate dal suo collega Ventrone ricordiamo la marcia del Maresciallo Radetzky. Quanto è importante la musica per lei negli allenamenti? E, magari, esiste una musica in particolare?
“La musica in palestra la faccio scegliere ai ragazzi, sono loro che fanno delle piccole compilation così per ogni canzone c’è un giocatore che si esalta e mi trascina gli altri. La musica è importante per affrontare momenti di maggiore sforzo. Alcuni giornali hanno scritto che hanno cominciato a vietare ai maratoneti le cuffiette perché sembrava fossero dopanti, nel senso che la musica riusciva a scatenare livelli ormonali più alti tanto da affrontare meglio la fatica”.

- Cosa fa nel tempo libero? Musica, sport, cinema?
“E’ un problema trovarlo, ascolto musica mentre lavoro al PC o mentre guardo i dati raccolti negli allenamenti, mi piace andare a cinema e guardare qualche bel film”.

- Cosa conosce di Bari?
“Di Bari conosco l’albergo dove stiamo stati in ritiro i primi quattro giorni e il San Nicola. Per me Bari sarà tutta una scoperta. Non la conosco per niente, ci son venuto solo da avversario”.


Massimo Longo

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