Bari, fra Japigia e Texas, passando per Bolzano

Articolo per BariLive 7/8/2009


La temperatura non era quella di Racines, il caldo si sentiva eccome, tanto che un lucido scirocco, a noi familiare, ma proveniente chissà da quale pertugio dolomitico, ci ha accarezzato sin dal nostro arrivo nel capoluogo alto-atesino senza, però, renderci zuppi di sudore, tutt’altro. Circondata da monti e dal verde accecante, non fosse stato per un costone roccioso - ovviamente verde - proprio di fronte alla nostra postazione in tribuna stampa al “Druso”, avremmo giurato di essere non qui ma tra Matera e Bari.

Ed invece si era in riva all’Isarco, nella gotico-teutonica Bozen, dove tutto sembra funzionare a meraviglia, persino i piccioni che, a quanto pare, stanno accovacciati per strada in attesa non si sa bene di cosa, quasi a voler mandare a dire ai loro omologhi baresi (che invece si accovacciano notoriamente solo in location più tranquille, normalmente, sui tetti) che anche per strada, da queste parti, è una panacea. Beati loro. L’atmosfera, però, non era la stessa di tante amichevoli viste fin qui.
Il pensiero, per addetti ai lavori e tifosi presenti, correva sul filo Japigia-Texas, via Brennero, anche se Matarrese (con Perinetti), da buon padre di famiglia, era qui, insieme ai suoi fidi collaboratori di sempre, a presenziare e a lasciarsi intervistare da una annunciatrice bionda come non mai di Sky che, ovviamente, non è passata inosservata, quasi a voler chiarire che, infondo, il presidente del Bari era ancora lui. Forse per l’ultima volta. Da queste parti il Bari aveva giocato una volta sola pareggiando 0-0 col Bolzano cinquantacinque anni fa in C, ma chissà se il più vecchio tifoso del Bari presente ieri sera al Druso se lo ricordava: già, seduto un gradino più su rispetto a Matarrese, c’era un signore di 92 anni, barese doc, accompagnato dal figlio, salito fin quassù a vedere questo Bari targato Ventura.

Roba da non crederci, insomma. Insieme a lui, la solita nutrita rappresentanza di tifosi baresi a scarabocchiare di biancorosso il verde accecante di Bolzano, a scandire cori in dialetto barese e, naturalmente, tutti intenti a chiederci novità sull’accordo siglato tra il Bari e la società texana. In effetti ieri il tam tam di notizie provenienti da Bari hanno messo in moto un meccanismo contorto al punto che nemmeno il comunicato della società, apparso sul relativo sito ufficiale, ha fatto chiarezza ma, interpretando bene lo stesso, appare evidente che l’accordo c’è ed è solo questione di firme, ergo, di tempo. Del resto lo ha detto anche Matarrese davanti alle telecamere ieri sera tra un tempo e l’altro che i texani hanno, comunemente con la famiglia barese, valutato il Bari 25 milioni di Euro, dovranno vedere bene le carte e poi cominciare la sequela di firme che, immaginiamo, a migliaia. E’ un accordo comunque storico perché per la prima volta la famiglia Matarrese si espone ben“oltre” la prassi e, forse, non a caso i figli - da sempre, come noto, propensi alla vendita rispetto al padre - hanno inviato il loro papà fin quassù, quasi come a voler dire, “tu vai a Bolzano a fare il tuo dovere di presidente, che a Bari ce la vediamo noi”.

Quindi nessuna multinazionali ucraina, russa e nemmeno albanese ma texana, senza petrolio, ma con basi immobiliari nel settore turistico-lussuoso. Il presidente ha detto che sarà lui stesso a rinforzare la squadra in vista dell’inizio della stagione salvo, poi, voltare pagina. La prima gara è stata tra il Chievo e l’Iraklis (1-0 per i clivensi con gol di Pellissier), una seconda squadra di Salonicco, un’altra rispetto a quella già incontrata a Racines dove il Bari, nonostante la sconfitta, destò un’ottima impressione, con Ventura sugli spalti a sbirciare gli avversari per scoprire eventuali segreti. Lo aveva detto il mister che ci teneva a fare bene preparando alla meglio il triangolare e così è stato: “Sono contento della prestazione, ci avrei messo la firma per vedere un Bari così. Peccato per quel gol nel finale a causa di una nostra disattenzione, ma sono convinto che questa sia la strada giusta. Quando arriveranno i rinforzi credo ci divertiremo di più. Abbiamo giocato molto bene la prima partita coi greci, dopo col Chievo abbiamo retto alla loro forza anche perché avevano gente esperta tra le loro fila”. E’ la volta del Bari che dopo se l’è vista con i greci coi quali ha vinto (e convinto) per 2-1 con gol di Meggiorini e Parisi su rigore, anche se si è lasciato sfuggire il pallino del gioco tra il 30’ e il 40’ dove gli ellenici hanno creato qualche grattacapo, gol del 2-1 incluso.

Partita finale tra Bari e Chievo, ovvero tra Di Carlo e Ventura in un gustoso antipasto al sapore di A, nel quale non sono emersi spunti interessanti se non un sostanziale equilibrio, solo un tiro in porta per il Bari e qualche azione pericolosa contro un Chievo che non gli è stato superiore fino al 35’ quando ci ha creduto di più spingendosi in avanti, tirando in porta e, appunto, siglando con Grippo, di testa, proprio allo scadere il gol della vittoria sul Bari, aggiudicandosi il trofeo. Questo era l’ultimo test amichevole prima della Coppa Italia che i biancorossi giocheranno o con l’Empoli o con la Reggiana. Il Bari, dopo la partita ieri sera intorno a mezzanotte, si è spostato in autobus a Verona per sostenere, in mattinata, un allenamento defatigante prima di imbarcarsi a Villafranca per far scalo, definitivamente, a Palese per poi riprendere lunedì mattina gli allenamenti in sede. Oltre al recupero di Barreto, Carobbio e S. Masiello, ieri assenti precauzionalmente, adesso si attendono i rinforzi che, a quanto pare, arriveranno da subito.

Di Carlo ai nostri microfoni: “il Bari ha una squadra di giocatori di ottima qualità, forse gli manca la velocità in quanto è bravo sull’uno contro uno e quindi sulle ripartenze, però, come per noi, è un po’ in ritardo ma ha tempo per recuperare, siamo ancora ad agosto, ma mi ha destato un’ottima impressione”. Perinetti: “Devo essere sincero, giudizio più positivo di quello che mi aspettavo. Ho visto sensibili progressi, ci sono dei giocatori in evidente ritardo di condizione come Langella, Antonelli ed Allegretti che si sono allenati meno degli altri e che ne hanno condizionato la prestazione collettiva ma, come vado dicendo da qualche giorno, se andremo a completare l’organico, eleveremo il nostro tasso globale permettendoci di fare un campionato in linea con le nostre aspirazioni, ovvero la salvezza, penso con buone possibilità di centrare l’obiettivo”. E, permetteteci la presunzione, la stessa cosa l’avevamo detta noi, da queste colonne, pur col nostro tradizionale anticonformismo che ci contraddistingue da tutto e da tutti, anche a costo di risultare impopolari, in tempi non ancora sospetti quando la tifoseria barese, da casa (e sottolineiamo da casa), giudicante attraverso immagini non obiettive, dichiarazioni sui giornali e rumor vario, era già sul punto di cadere in depressione. Insomma, come dire, ecco un breve invito a rimandare l’entrata nel tunnel depressivo, magari, a tempi peggiori che crediamo, ormai, alle spalle, forse per molto tempo.
Massimo Longo

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