Bari, qual grande dolore ci dai

Editoriale per BariLive 20/5/2010

I tifosi sono delusi. Molto delusi. A sentirli parlare e a leggerli attraverso i loro nickname sembrano siano stati privati di un giocattolo appena regalato. I tifosi sono come dei bambini, qui a Bari: vivono di attimi, di momenti che prendono al volo e fanno proprio. Ma poi accade che, d'improvviso, il giocattolo debba essere smontato perchè i pezzi di servono ad un altro giocattolo più importante. Ma nonostante tutto il loro cuore batte ancora per quel piccolo trenino lego che corre come una locomotiva impazzita lungo un altro binario allontanadosi per sempre da loro.
A guardarli in faccia sono tristi, si sentono traditi, incazzati come delle belve perchè gli è stato levato prima Conte, fortunatamente sostituito dalla mano di Perinetti che con una mossa coraggiosa ha tirato fuori dal cilindro Giampiero Ventura, e dopo Almiron e con lui Barreto, autentici poeti dell'ultimo anno glorioso di serie A.
E mentre il giocatore argentino, al momento in Messico per la tournè coi suoi compagni, è sul punto di lasciare definitivamente Bari a causa del suo costo elevatissimo, e con un DS che tarda ad arrivare, il presidente decide di andare a Tirana per i suoi sacrosanti affari lasciando nella più totale indifferenza i tifosi che ormai non sanno più a che santo votarsi visto che San Nicola ha girato loro le spalle da tempo.

Noi non vogliamo fare i conti in tasca al presidente, ci mancherebbe, non è nel nostro stile, e comprendiamo pure le giuste e onorabili motivazioni per cui egli debba recarsi all'estero per "portare il pane a casa" così come sappiamo da sempre che l'AS Bari è solo una delle tante società del Gruppo Matarrese e non la sola e, come tale, non ha priorità rispetto a qualche altra, magari, dove c'è da ripianare il bilancio negativo, ma crediamo fermamente che la costruzione di un ponte o di una casa in Albania o di un asilo a Trani, per quanto nobile e giusta, non abbia lo stesso peso specifico, in termini di riscontro, rispetto alla costruzione di un (medio) grande Bari con quell'indotto che si ritrova soprattutto perpetuato nel tempo. 

L'impressione è quella per cui, ancora una vota, Angelozzi o Osti, Carboni o Lucchesi, si dovrà convivere con la solita improvvisazione sperando che vada bene come quest'anno.
A sentirli i tifosi sembrano ormai condannati per sempre a fare solo sesso col Bari, ma mai ad innamorasene.
Massimo Longo

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