Se ne va Toneatto, e con lui un pezzo di storia del Bari

 BariLive 13/5/2010

E' una notizia triste, che sapevo sin da stamattina, e che mi ha profondamente alterato l'umore della giornata. In negativo, ovviamente, lasciandomi quel retrogusto di tristezza infinita e di mesta rassegnazione.

E' come se si fosse chiuso per sempre un libro non ancora terminato, come se si fosse offuscata improvvisamente una foto nitida, seppure in bianco e nero, che avevo ben impressa nella mente.

Una improvvisa eclissi di luna o di sole, non ha importanza, un'ombra che prepotentemente ha offuscato il ricordo della mia gioventù.
Non serve ricordare chi era, cosa ha fatto, cosa ha raggiunto con un Bari messo su dignitosamente a pane e lenticchie raggiungendo la serie A e pure qualche soddisfazione, senza imprenditori alle spalle e senza DS più o meno importanti e senza Barreto e nemmeno Almiron.

So solo che senza la sua figura la mia vita diventa orfana di qualcosa.
Della mia gioventù, dei miei ricordi.
Ma tanto, a chi lo dico.... alla gente che rifugge dal passato per vivere solo e sempre di presente e, peggio, di futuro? A quelli che provocano e si credono dei onnipotenti solo perchè si incensano del titolo effimero e grottesco di "amministratore" di forum? O a quelli che non sanno nemmeno scrivere una parola in italiano o, peggio, abbreviano fino all'inverosimile un periodo con quei dannati "xè" - "sxo" - "kiedi" et similaria, magari conditi da bestemmie? O forse a quei dannati ignavi che si credono i padroni della città e dei colori biancorossi, che nemmeno guardano la partita voltandole le spalle, solo perchè vanno sempre in trasferta, colludendosi automaticamente con la mediocrità?

Un paese, una città, una popolazione, una tifoseria senza passato, che rifugge dallo stesso e non lo considera badando solo ed esclusivamente ad osannare quel poco di buono che si è fatto adesso (sia pur con tanta fortuna), che nel dubbio vive di attese (eterne) pur di non contestare una società palesemente in difetto calcisticamente, non ha futuro.

Addio Lauro, sit tibi terra levis

Massimo Longo

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